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L'eredità Agnelli e la guerra tra Margherita e i figli Elkann: le mani su Exor, Juventus e Ferrari

La partita in palio è notevole e inciderà altrettanto sul presente e sul futuro della cassaforte di famiglia, Exor, che alimenta anche la scuderia e la squadra di proprietà degli Agnelli-Elkann

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Nelle aule di tribunale si consumano drammi, controversie, conflitti esasperati: sono spazi di dolore e di indeterminatezza, uno status di incertezza che chiede di essere allontanato dalla legge che non potrà ripristinare fiducia, ma ristabilire le regole. Nella disputa sull’eredità Agnelli che vede contrapposti Margherita ai suoi figli, la giudice Nicoletta Aloj lunedì ha ascoltato per due ore gli avvocati dei fratelli Elkann, Eugenio Barcellona e Carlo Re, e il legale di Margherita Agnelli, Dario Trevisan.

Un’udienza che si è svolta a porte chiuse nella quale, a quanto ha riportato il Corriere della Sera, le due parti hanno presentato nuove memorie sulle quali la magistratura è chiamata a esprimersi non prima del nuovo anno. Questa lunga e sofferta controversia familiare, quasi ventennale, dell’eredità Agnelli sarebbe giunta a una svolta. Non sappiamo se si può definire un epilogo, eppure una flebile speranza di chiudere questo capitalo della dinastia Agnelli con una decisione definitiva non pare così remota.

Le origini della causa Agnelli-Elkann

Nel febbraio 2020, Margherita Agnelli ha chiamato in causa i tre figli Elkann ovvero John, Lapo e Ginevra ritenendo illegittima la successione, a loro vantaggio, prima di suo padre, l’avvocato Gianni Agnelli morto nel 2003 e poi di sua madre, Marella Caracciolo, scomparsa pochi mesi prima nel 2019.

A due anni e mezzo dall’avvio di questa causa, la partita è sospesa perché gli avvocati dei fratelli Elkann hanno sollevato una questione pregiudiziale, ovvero la competenza di Torino a giudicare.

Fonte: ANSA

Il nodo della competenza territoriale

Per ricostruire: da tempo, infatti, è in corso un procedimento parallelo in Svizzera sulla stessa materia e dunque argomentano in una memoria i rappresentanti legali, i giudici torinesi dovrebbero astenersi in base alla Convenzione italo-svizzera del 1933, lasciando che a esprimersi siano i colleghi elvetici.

Una tesi che definiscono «Eccezioni infondate», negli atti i legali di Margherita, a fianco della quale si sono costituiti anche quattro dei cinque figli nati nel secondo matrimonio con Serge de Pahlen. Una lotta intestina, una spaccatura familiare che ha provocato una rottura per ora complicata, quasi insanabile.

Il collegio giudicante della seconda sezione civile di Torino, secondo gli ultimi dettagli riportati dal Corsera, dunque deciderà dopo aver raccolto tutti gli elementi e le istanze delle due parti.

La competenza territoriale, da quel che si evince dunque sarebbe il diverso elemento su cui fondare le decisioni. Cerchiamo di illustrare quel che riguarda la centralità di questo elemento: la manovra legale di Margherita sembrerebbe tesa a dimostrare che la madre Marella non avesse la residenza abituale in Svizzera. Cioè là dove è radicata la sua successione, compresi i testamenti a favore dei nipoti Elkann.

Fonte: ANSA

Gli effetti della decisione sulla competenza in Italia o Svizzera

Che cosa accadrebbe, potrebbe riassumersi in questo modo: se i giudici di Torino decidessero di non pronunciarsi e lasciare la competenza al tribunale svizzero, la partita dell’eredità potrebbe chiudersi definitivamente. Se invece il procedimento proseguisse in Italia, nella città sabauda, e gli avvocati di Margherita riuscissero a dimostrare che de facto Marella risiedesse a Torino allora uno dei capisaldi storici dell’eredità Agnelli potrebbe essere messo in discussione.

Si legge sul Corriere:

“Margherita infatti firmò a Ginevra due atti nel 2004: l’accordo transattivo sull’eredità del padre e un patto successorio con la madre in base al quale rinunciava preventivamente all’eredità di Marella che poi sarebbe morta nel 2019. Parte integrante degli accordi di Ginevra era anche una transazione sulla Dicembre, la società-cassaforte al vertice dell’impero Exor-Stellantis-Ferrari: Margherita aveva venduto il suo 33% alla madre. Tutto compreso la figlia dell’Avvocato portò a casa oltre 1,2 miliardi di euro. Tanti, pochi, giusto o sbagliato, sarà poi il tema al centro delle cause che la signora de Pahlen avvierà in seguito, senza mai ottenere soddisfazione”.

La mano di Margherita sulla cassaforte degli Elkann e della Juventus

Lampante la rilevanza della competenza territoriale e di quanto pesi nell’indirizzo che l’eredità di Marella potrebbe assumere per Margherita e i nipoti, Elkann e non. E forse chiudere una diatriba familiare che attraversa decenni e i rapporti intestini, in questa dinastia che ha segnato la storia recente dell’Italia industriale e calcistica. Con possibili ripercussioni su Juventus e Ferrari.

L'eredità Agnelli e la guerra tra Margherita e i figli Elkann: le mani su Exor, Juventus e Ferrari Fonte: ANSA

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