Sono giovani, belli e vincenti. Uno lo è diventato davvero in fretta: due titoli dello slam in bacheca a soli 20 anni, roba che c’è già chi è pronto a scomodarsi per inserirlo in un ipotetico gotha della racchetta. L’altro di titoli ne ha messo in bacheca diversi, magari non di primissimo piano (mancano ad esempio Masters 1000 e a seguire), ma a 22 anni da compiere tra un mese sa perfettamente di avere il futuro dalla sua.
E Jannik Sinner quel futuro se lo vuole prendere a piene mani, consapevole che qualunque torneo proverà a portare dalla sua parte dovrà vedersela con quello che è (giustamente) considerato il fuoriclasse del futuro. Ma che fuoriclasse lo è già nel presente.
- Carlos, Jannik e la nemesi
- Quelli della Next Gen
- Prove tecniche di rivalità
- Save the Date: ATP Finals, Torino
Carlos, Jannik e la nemesi
Bello è sapere che Carlos Alcaraz del suo quasi coetaneo Sinner (che ha due anni in più) parla sempre bene. Tanto che anche l’ultima occasione in cui l’ha fatto è servita per ribadire tutta la stima nei confronti dell’altoatesino:
Vedo in lui la mia nemesi per gli anni a venire.
Prove tecniche di rivalità, anche se per ora le rivalità del Murciano l’hanno visto competere con figure di calibro superiore (non ultimo Djokovic, sconfitto nell’epoca finale di Wimbledon di domenica scorsa).
Quelli della Next Gen
Ma l’età è un fattore per tutti e della cosiddetta next gen, ovvero quella schiera di giocatori nati dopo la fine del secolo scorso, probabilmente Sinner rappresenta ad oggi la minaccia più credibile al regno di Carlos.
Che non caso vanta un bilancio di 3 vittorie e altrettante sconfitte negli scontri diretti disputati contro Jannik: la finale di Umago 2022, vinta proprio da Sinner, è l’incrocio più importante tra tutti quelli affrontati sono ad ora (invero ci sarebbero anche gli ottavi dello US Open 2022, vinti da Alcaraz in rimonta al tiebreak).
La finale sul rosso della Croazia però ha sorriso all’italiano, che in qualche modo ha dimostrato di avere tutte le carte in regola per poter dare del filo da torcere al numero uno mondiale.
Prove tecniche di rivalità
Alcaraz ha la pressione addosso di chi sa di essere già stato etichettato come l’erede naturale di Nadal (benché abbino stili di gioco e preferenze di superfici differenti) e più in generale della generazione d’oro del tennis dell’ultimo ventennio, quella dei Federer, dei Djokovic e compagni cantante.
Ha spalle larghe e capienti, ma ha anche l’ultima di voler imparare da tutti. Nel circuito è ben visto perché ha modi di fare sempre gentili e rispettosi di tutti, un po’ come Sinner che è un personaggio anch’esso molto riservato, che pensa a lavorare e non abbonda certo con le parole.
In questo i due sono simili, e per questo la speranza di vederli competere ai massimi livelli è certamente ben radicata nella realtà. Da qui a fine anno potrebbero incontrarsi nuovamente da avversari: quest’anno è successo due volte nel corso della primavera americana sul cemento, con vittoria dello spagnolo a Indian Wells e risposta dell’altoatesino a Miami.
Save the Date: ATP Finals, Torino
Magari si ritroveranno contro già prima delle Atp Finals di Torino, per le quale Carlos ha già staccato il biglietto, mentre Jannik è sulla strada giusta per farlo, avendo tanti punti di vantaggio sui suoi più diretti inseguitori (è attualmente quinto: se ne qualificano 8 più le riserve).
Insomma, prove tecniche di una rivalità sana che potrebbe far felici tanti appassionati, soprattutto quelli italiani, tornati da qualche anno ad esaltarsi per i propri giocatori. E se proprio Alcaraz dice che Sinner può diventare la sua nemesi, allora c’è solo da mettersi comodi in poltrona e aspettare che ciò avvenga.