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America's Cup, Ineos davanti a Luna Rossa: Ben Ainslie attacca i media italiani, Checco Bruni non si arrende

La doppia vittoria di Ineos mette Luna Rossa con le spalle al muro. Ainslie gongola e "attacca" i media italiani, Bruni non si da per vinto: "Venerdì ce la giochiamo".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

S’è messa veramente male per Luna Rossa, e forse mai come stavolta si può affermare che l’acqua ha respinto l’imbarcazione italiana. Che per una volta almeno ha potuto regatare ad armi pari, senza incappare in qualche problema di affidabilità, senza però riuscire a far tornare i conti. Ineos l’ha vinta d’astuzia: nella prima regata ha approfittato di un paio di manovre errate dello scafo italiano, nella seconda ha preso il largo di poppa, riuscendo a sopperire anche a un touchdown che gli è costato almeno 150 metri di vantaggio a metà gara. Alla fine però i conti l’ha fatti tornare, mostrandosi più temprata per reggere alla pressione di una giornata che si sapeva avrebbe potuto spaccare in due una serie altrimenti equilibratissima.

Ainslie senza filtri: “Dedicato ai media italiani…”

I britannici sono stati punti nell’orgoglio, e stavolta hanno reagito belli arrabbiati. Le parole pronunciate da Sir Ben Ainslie dopo il punto del 6-4 stanno lì a testimoniarlo: Alcuni media italiani dicevano che avremmo potuto vincere questa finale soltanto se avessimo gareggiato da soli, chissà ora cosa diranno…”. Parole pronunciate a caldo, con l’adrenalina ancora in corpo e il petto tronfio di chi (giustamente) sente che il vento soffia finalmente nella direzione sperata.

“Quei media che hanno scritto che stavamo vincendo solo perché Luna Rossa aveva problemi di affidabilità sono stati smentiti. Noi abbiamo fatto due regate davvero eccellenti, al netto di qualche errore (specie nella seconda) che è anche figlio delle condizioni veramente al limite. Era difficilissimo regatare con tutto questo vento, la gente non si rende conto dello sforzo fatto dall’equipaggio per riuscire a tenere tutto sotto controllo. Siamo felici, ma sappiamo che non è ancora fatta. Perché potrebbero volerci altri tre match race per conquistare l’opportunità di andare a giocarci l’America’s Cup, e venerdì può ancora succedere di tutto”.

L’errore (decisivo) della scelta del fiocco

Ainslie, mentre parlava, mostrava un ghigno che poche altre volte si era scorto sul suo viso, specie negli ultimi giorni. A leccarsi le ferite adesso è Luna Rossa, che sente di essersi complicata la vita optando per una scelta della vela che ha finito per favorire Ineos. “Nella prima regata il fiocco che abbiamo posizionato non era quello giusto, ma ce ne siamo resi conto soltanto una volta che è partito il match race”, spiega Horacio Carabelli, il design coordinator di Prada Pirelli.

“Diminuendo il vento, ci siamo ritrovati con una carenza in poppa, compensata in parte da una maggiore velocità nel lato di bolina. Purtroppo col fiocco piccolo non potevamo competere contro Ineos, e questo ha determinato quei 23 secondi di ritardo. Nella seconda regata, pur cambiando il fiocco, loro ci hanno impedito di esprimere il nostro potenziale, riuscendo anche a starci davanti quando siamo tornati vicinissimi a metà regata, complice un loro errore”.

Bruni ci crede ancora: “Venerdì più motivati che mai”

Quel fiocco sbagliato, insomma, rischia di rivelarsi fatale per un team che pure oggi sentiva di poter sfruttare anche la fiducia accumulata dopo la grande impresa ottenuta nell’ottava regata, con lo scafo di prua rattoppato con carbonio e scotch. Il giorno di riposo previsto per giovedì in qualche modo potrebbe risultare oltremodo determinante per consentire a Luna Rossa di rimettersi in carreggiata e tentare di sferrare un ultimo clamoroso assalto alla LVC.

“Ricaricare le pile è l’unica cosa che conta, ma non ci sentiamo affatto battuti, ha commentato Francesco Bruni a fine giornata. “Pensateci bene: quanto può dare gusto rialzarsi da una situazione in cui tutti ci danno già per sconfitti? È questa la motivazione che deve spingerci ad aumentare gli sforzi e cambiare il corso degli eventi. Oggi il mare era molto mosso, c’era tanto vento ma si poteva regatare bene. Anche se eravamo veramente al limite, perché davvero le onde erano alte.

Cosa non ha funzionato? Mettiamola così: Ineos è stata più brava, e ha commesso qualche errore in meno. Noi dovremo capire assieme ai nostri coach cos’è che non ha funzionato, così da presentarci venerdì con tutte le carte in regola per ribaltare le cose”.

Il precedente: 24 anni fa la rimonta contro Cayard

Un film che in casa Luna Rossa hanno già vissuto 24 anni fa, quando American One di Paul Cayard era avanti 4-3 nella finale di LVC, con l’equipaggio italiano capace però di ribaltare le cose è prendersi il ruolo di sfidante di New Zealand per 5-4. Stavolta però si parte da 4-6, e con la sensazione che i britannici abbiano trovato il modo per venire a capo di un rebus piuttosto complicato.

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