Nell’estenuante ricerca dei personaggi, ex o quasi famosi, da inserire nel cast di questa edizione dell’Isola dei Famosi ha trovato una sua collocazione anche lui, anche Andrea Lo Cicero. Un protagonista del rugby nostrano, cresciuto nell’Amatori Catania e che ha indossato la maglia della Nazionale con orgoglio, trasferendosi in Francia per una parentesi alquanto complicata da decifrare in una carriera esemplare.
Variegata, speziata, assai condita dalle sue passioni per la natura e la cucina che l’hanno condotto a esperienze estremamente antitetiche e, infine, ad approdare in Honduras alla corte di Ilary Blasi, alla prima da ex moglie di Francesco Totti. Un’esperienza differente, rispetto alle precedenti e che però lo ha visto chiudere con un terzo posto che, da sportivo, non lo ha soddisfatto.
- Andrea Lo Cicero all'Isola 2023
- La carriera e la nazionale azzurra
- La televisione
- La dieta chetogenica normoproteica
- La sua fattoria didattica: La Terra dei bambini
- Perché un reality e perché l'Isola
Andrea Lo Cicero all’Isola 2023
Andrea Lo Cicero è un campione arcinoto per la sua militanza, nel decennio di maggior splendore delle ultime generazioni, nella società della sua città natia e per aver vestito la maglia azzurra.
Il Barone (soprannome che gli viene affibbiato per le sue nobili ascendenze) nasce a Catania il 7 maggio 1976 in una famiglia appassionata di rugby e viene così iniziato dallo zio rugbista Andrea, debuttando a 17 anni nel campionato italiano con gli Amatori Catania. L’avvio è già straordinario, ma non include la gloria, i successi e l’impegno civile che arriveranno.
La carriera e la nazionale azzurra
La sua lunga carriera sportiva lo porterà da Catania a Bologna, Roma e anche al Racing Métro 92, a guadagnarsi la chiamata in Nazionale con la quale colleziona ben 103 presenze e quattro campionati del mondo. Da capitano.
Dopo il ritiro, ufficializzato il 16 marzo 2013, uno dei più grandi piloni della sua generazione ha intrapreso un percorso sui generis assecondando le sue inclinazioni collaterali, ovvero quelle passioni coltivate ma distinte dal mondo della palla ovale, ovvero rugby e aree limitrofe. Lo Cicero, infatti, parteciperà anche alla Coppa America di vela con il Team Prada. Ma questo è solo l’inizio.
La televisione
Personaggio eclettico, comunicativo è diventato un protagonista del piccolo schermo ingaggiando una personale lotta contro giardini abbandonati o poco curati nel programma di Sky Giardini da incubo, che lo proietta nell’universo del piccolo schermo che lo arruola senza resistenza.
Abbina questa sua passione anche quella per la cucina: ed è per questa ragione – il cibo – che colleziona partecipazioni eccellenti in qualità di concorrente a Celebrity Masterchef, arrivando sesto, e poi diventa spalla di Elisa Isoardi a La prova del cuoco nell’edizione del 2018 che segna anche una svolta nella storia del format che ha chiuso i battenti di recenti dopo decenni di onorato servizio su Rai1.
Chiusa l’esperienza in Rai, Lo Cicero, dal 2020, si prende un programma tutto suo ma da protagonista come ne L’erba del barone (Gambero Rosso) che propone una cucina speziata, sostenuta come ama l’ex campione che con l’avvento della pandemia prende un’altra decisione centrale, nella sua esistenza.
La dieta chetogenica normoproteica
Durante il lockdown capisce infatti di vuole perdere peso per questioni di salute e anche fisiche. E così opta per una dieta chetogenica normoproteica che lo porta a scendere di 25 chilogrammi:
“Dal 2013 avevo preso pochi kg, ma ero finito con una base di 110 kg. Mi sono detto: ‘Perché mi devo tenere questi kg in più sulle spalle… Scendiamo sotto i 100’. E adesso mi trovo benissimo, perché riesco a fare quello che facevo prima molto più velocemente e in modo più divertente”, ha raccontato a Gazzetta Active.
Lo Cicero è stato seguito da un medico che, tra le altre cose, gli ha dato una lista di alimenti ‘vietati’ e una di alimenti consentiti:
“Per esempio, i cavolfiori erano da evitare perché fermentano. Anche le rape rosse, che sono molto zuccherine. Via anche i broccoli, tutti i formaggi e gli alcolici. Sarebbero consentiti ogni tanto un bicchiere di vino o di birra, ma io li ho evitati del tutto. Invece, per esempio, finocchi e zucchine si possono mangiare a volontà. I pomodori solo in quantità limitate, come anche le melanzane. Via libera a uova, pesce e carne. E niente frutta, perché carica di zuccheri, anche se sono zuccheri buoni”.
La sua fattoria didattica: La Terra dei bambini
Oltre alla televisione, che mostra un Lo Cicero lontano dal quotidiano, l’ex campione è impegnato su altri fronti che denotano anche la sua sensibilità verso il sociale: con la compagna, la modella Roberta di Fiore, ha una fattoria didattica nella quale Andrea alleva asini: è infatti un grande sostenitore della onoterapia, che ha un impiego terapeutico centrale soprattutto con i bambini e alla quale si dedica l’intera famiglia ne La Terra dei Bambini, a Nepi in provincia di Viterbo.
Un grave fatto di cronaca, avvenuto durante i mesi più cupi della pandemia, venne denunciato da Andrea in un video: la sua asina Zaira venne uccisa da un cacciatore a colpi di fucile, mettendo a rischio anche Lo Cicero stesso, sua moglie e loro figlio. Denunciato l’accaduto, l’uomo fu fermato.
Perché un reality e perché l’Isola
Sull’Isola arriva con questo carico di sensibilità, agonismo e attenzione: per lui si apre una competizione che non ha eguali, nella sua carriera sportiva e televisiva. Una sfida per la sopravvivenza, anche per quanto costruito in questi decenni lontano dalla palla ovale.
Ma in questa edizione ha mostrato anche altro, un lato a tratti sgradevole, certamente emerso da una convivenza forzata e da inevitabili conflittualità che sono emerse, con i limiti del caso (non è stata di certo l’Isola più seguita e appassionante di sempre).
La più palese, condita da accuse ai limiti del melodrammatico, per l’incompatibilità umana e televisiva, quella con Nathaly Caldonazzo, ormai una professionista dei reality, che non gli ha risparmiato nulla.
E, d’altronde, se i naufraghi lo hanno soprannominato Lucifero qualcosa di più mostrato in questi mesi c’è stato: la tendenza all’egemonia, alla sopraffazione e all’accentramento non lo hanno favorito neanche sul versante della strategia per la vittoria finale. Gli hanno garantito spazio, simpatia meno, e un terzo posto che non lo appaga del tutto. Il lato positivo? Un rilancio da non sottovalutare, a priori.