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Antonio Cabrini, confidenza su quel rigore Mondiale a Vieni da me

Nel corso del programma condotto da Caterina Balivo, l'ex giocatore ha svelato un retroscena

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Antonio Cabrini, confidenza su quel rigore Mondiale a Vieni da me Fonte: ANSA

Antonio Cabrini è stato il fidanzatino d’Italia, quando questa espressione verbale era consueta nel linguaggio parlato e giornalistico. Lo era davvero, perché rappresentava il sogno di una generazione che aveva cresciuto quei ragazzi vincenti con cucita addosso una divisa, quella azzurra, che sapeva emozionare come e quanto una divisa conquistata con onore e dedizione.

Era un modello e la sua notorietà, indubbia anche oggi, la ha portato ancora una volta su Rai Uno, ospite di Vieni da me appuntamento quotidiano con Caterina Balivo. Durante l’intervista modalità cassettiera, Cabrini viene interrogato un quel fatidico rigore dell’82: “Certo che non si ricorda mai quel gol che hai fatto nella semifinale che ci ha portato alla Finale”, ha affermato la Balivo.

La replica di Cabrini non si è fatta attendere: “Ero un difensore, mi piaceva andare in attacco e spesso mi veniva bene anche fare gol. Nella finale divenni rigorista perché non c’era Antognoni per un infortunio, sbagliai certo, ma lo dico sempre. La colpa è di Paolo Rossi e c’è un motivo. Mi è passato dietro lui, a un metro, e mi ha detto “Te la senti?”. Io ho fatto finta di niente, ma in quel momento sai…me l’ha tirata”.

La vittoria poi che li ha portati a diventare Campioni del Mondo nell’82 è rimasta indelebile nella memoria degli italiani e di una generazione che li ricorda giocare a carte sull’aereo presidenziale.

Prima di diventare il campione che conosciamo, Cabrini ha vissuto in un ambiente contadino, strettamente legato alla sua terra di origine. “Fino a 14 anni sono rimasto nell’azienda di mio padre e poi mi sono spostato a Cremona dove tutto è iniziato”, ha ricordato l’ex giocatore parlando della sua giovinezza.

Maradona era immarcabile. Fortunatamente non lo marcavo io perché agiva in un’altra zona del campo. Siamo amici, c’è un grande rapporto umano. E’ un ragazzo incredibile, è stato quello che si è caricato addosso le problematiche della squadra e della società. Era un vero leader”, ha spiegato Cabrini.

Dopo aver ricordato le telefonate che riceveva dall’avvocato Agnelli, Antonio si è emozionato parlando del suo legame speciale con il grande amico di sempre, Cesare Prandelli: “E’ l’amico del cuore perché con lui abbiamo iniziato a 14 anni su quel prato di Cremona e abbiamo fatto la stessa trafila”, ha aggiunto l’ex difensore della Juventus.

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