L’etichetta se la porta dietro da tempo: se oggi Gasperini viene visto come un tecnico troppo lamentoso è “colpa” del suo essere sempre schietto. Non si rifugia mai in luoghi comuni, dice sempre quello che pensa. E quello che ha pensato (e detto) ieri dopo il ko in Champions contro il Brugge fa ancora rumore.
Lo sfogo di Gasperini
Il rigore a tempo scaduto fischiato dal turco Meler grida ancora vendetta. Non c’è moviolista o addetto ai lavori che non abbia trovato scandalosa la decisione di punire la lieve sbracciata in area di Hiem. Scatenato Gasp a fine gara: “Evidentemente stiamo contagiando anche l’Europa, il calcio va in una direzione al di fuori di quello che è il calcio. Hanno tutti un’idea di falli completamente diversi ma il vero dramma sono i contatti. I giocatori si tuffano, si buttano, strillano. Magari con la speranza di rubacchiare un rigore o un giallo. Distante da quello che dovrebbe essere lo spirito del calcio. Stiamo andando in una direzione che c’entra poco con il calcio. A questo punto le regole del calcio non le conosco più”.
Sul web nessuna pietà per Gasp
In pochi si schierano dalla parte dell’Atalanta però sui social: “Sarà anche antipatico a molti, ma Gasperini ha ragione. Questo calcio non sarà più un gioco piacevole per chi guardava Maradona e Platini, o Maldini e Vialli…e succederà prestissimo” e anche: “È inutile che si ironizzi sulle lamentele, più che giustificate, di Gasperini. Prima di tutto perché ha assolutamente ragione. Secondo perché ormai è una roulette russa, ad ogni partita può capitare a chiunque”.
La maggioranza delle altre tifoserie è anzi contenta dei torti subìti dalla Dea: “In Europa abbiamo visto anche di molto peggio del rigore di ieri. Mi chiedo dove fossero quelli che oggi si scandalizzano” e poi: “Il Calcio, mio caro Gasperini siete voi (allenatori, giocatori, dirigenti) siete VOI ad aver determinato questa realtà. Solo VOI potete cambiarla evitando putridi interessi personali. Chi vuoi che intervenga? Dio? Quando parlerai così anche per Juve e Milan sarai credibile” e ancora: “Detto che il rigore è scandaloso, ma non ricordo nessun commento del signor Gasperini quando la sua Atalanta è stata palesemente avvantaggiata contro il Como, il Cagliari e l’Udinese”.
I tifosi non accettano la predica del Gasp: Ma davvero l’allenatore di Zaniolo e Cuadrado ha detto “Tanti giocatori cercano di rubacchiare qualcosa?” e ancora: “A parti invertite, non avrebbe mai pianto” e anche: “In Italia piangi appena qualcosa ti va storto. Ma sui tanti regali arbitrali ricevuti mai una parola. Se incontri l’Inter dai lezioni di Bilancio, di calcio mai. Se in Europa ti fregano, mi frego le mani”.
Cesari dalla parte di Gasperini
Intervistato da Tuttosport e dalla Gazzetta interviene anche Graziano Cesari che allarga il discorso alla crisi generale della classe arbitrale: “Trovo tanta difformità tra Var e arbitri, situazioni clamorose, che a volte viene da dare ragione a chi come il mio amico Gasperini avanza dei dubbi su chi ha in mano la direzione della partita”.
Il moviolista di Mediaset continua: “Non è tanto un discorso da Var sì o Var no, ormai indietro non si può più tornare, però si presta a troppe interpretazioni così diventa difficile da capire e comprendere o da far comprendere ai tifosi, ma anche agli stessi addetti ai lavori. L’interpretazione che si dà non è più quella originale, si è dimenticata la frase dell’ “evidente errore”. Così facendo il Var diventa una moviola e lo dico da ex arbitro, ma anche da moviolista quale sono adesso per le televisioni con cui collaboro”.
Ultima considerazioni sui falli di mano: “C’è stata una serie di errori che hanno fatto arrabbiare tutti. E ci siamo resi conto che sul fallo di mano c’è una tale distonia che diventa difficile comprendere quello che succede. Cerchiamo di rendere semplice la regola: tutti i tocchi di mano sono falli a prescindere. Altre soluzioni? Si deve accettare quello che viene deciso in campo. Introdurre il Var a chiamata da parte delle panchine però alleggerirebbe anche il compito degli arbitri. Allargando questo sistema tecnologico diventerebbe una misura di cui gli altri possono servirsi»
«Gli arbitri non sono carismatici. Sono ancora un po’ riluttanti perché il direttore di gara sente la sacralità del uolo. Il Var, se è più esperto e titolato, vuole intervenire. Non fanno squadra».