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Atletica, Mondiali Indoor Glasgow: assenti Jacobs e Tamberi, l'Italia punta al record con Furlani e Iapichino

Nel fine settimana Glasgow ospiterà i mondiali indoor, dove l'Italia punta a ritoccare il primato storico di quattro medaglie dell'edizione 1991 di Siviglia.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

L’Italia del domani è già l’Italia del presente. Quella che anche senza le punte conclamate (Tamberi, Jacobs e Tortu) è pronta a far tremare il mondo nei mondiali indoor di Glasgow, che nel fine settimana catalizzeranno tutta l’attenzione degli addetti ai lavori. E dove l’Italia è decisa a fare la propria parte: 21 i convocati tra maschi (11) e femmine (10), tutti in qualche modo destinati a recitare ruoli da protagonisti su una scena che mai come stavolta potrebbe tingersi d’azzurro.

La Torre non si nasconde: “Abbiamo giovani già pronti”

Antonino La Torre, il direttore tecnico delle squadre nazionali, non c’ha girato molto intorno: “Qualcuno per caso si è accorto che in questa stagione indoor non c’era gente come Tamberi, Jacobs o Tortu? Lo chiedo perché i meeting internazionali hanno fatto a gara nel cercare di attrarre quanti più atleti italiani possibili. E sapete cosa vuol dire questo? Che c’è una grande squadra anche oltre i nomi già noti da tempo”, analizza con orgoglio e soddisfazione.

“Dopo Tokyo 2020 s’è innescato un circolo virtuoso che ci ha consentito di crescere come persone, prima ancora che come atleti. E adesso ne stiamo cominciando a raccogliere i frutti: prima si cercavano alibi quando le cose non andavano nel verso sperato, adesso la mentalità è cambiata e la differenza rispetto al passato si vede. Però non montiamoci la testa: abbiamo tanti giovani forti e di prospettiva, ma io più che a Los Angeles 2028 sto guardando già a Brisbane 2032. E considerando i due anni di stop per Covid con i quali molti atleti hanno dovuto fare i conti, direi che con qualcuno siamo addirittura in ritardo”.

Prima le certezze: Furlani e Iapichino vogliono vederci… lungo

Il mondiale di Glasgow, che riempirà tutto il week-end, è una tappa fondamentale in vista degli appuntamenti estivi. Con Roma che dal 7 al 12 giugno ospiterà i campionati europei, dove l’Italia punta a fare la voce grossa un po’ in tutte le discipline. Ma chiaramente il focus è rivolto a Parigi, dove la prima decade di agosto sarà consacrata alla regina dei giochi, appunto l’atletica.

Alcune frecce all’arco azzurro potranno però già scaturire proprio dalla spedizione in terra scozzese, dove le punte di diamante rispondono al nome di Mattia Furlani e Larissa Iapichino. Furlani è giovanissimo, ha soli 19 anni, ma se continua così ci farà divertire a lungo. Chiaro che lui nel salto in lungo è l’atleta da battere, avendo fatto registrare il primato mondiale al chiuso con 8.34. E non mi sorprende l’attenzione anche mediatica che s’è creata intorno al suo personaggio”.

La figlia di Fiona May, al contrario, nella prova femminile troverà più concorrenza: l’obiettivo in questo caso è tornare da Glasgow con una medaglia, perché in fondo il mirino di Larissa è puntato da tempo sulla stagione all’aperto, con Roma e Parigi che rappresentano il vero obiettivo.

Obiettivo podio nel getto del peso. Dosso possibile outsider

Due possibili protagonisti, auspicando che possano battagliare per i metalli più pregiati, sono Leonardo Fabbri e Zane Weir nel getto del peso. Dove il rivale da battere (e abbattere) al solito sarà l’americano Ryan Crouser, che pure magari a inizio stagione non sprigionerà tutti i cavalli di cui dispone (a Parigi l’oro è già prenotato…). Soprattutto Fabbri in questo inverno ha provato ad avvicinare il mito statunitense, lanciando 22.37 (Weir s’è “fermato” a 21.84), ma per il podio ci sono entrambi.

Così come una cartuccia importante da giocare l’avrà Zaynab Dosso, che con 7”02 sui 60 metri piani (nuovo record nazionale) è andata a soli 3 centesimi dalla miglior prestazione stagionale fatta registrare da Julien Alfred, atleta della piccola isola caraibica di Santa Lucia. Per puntare ad abbattere la soglia delle 4 medaglie (record dell’edizione 1991 di Siviglia) queste sono le munizioni migliori.

Outsider e avventurieri: Simonelli, Cavalli e (soprattutto) Tucuteanu

E poi c’è Lorenzo Ndele Simonelli, fresco di primato italiano nei 60 metri ostacoli (7”48) che vuol giocarsi le sue carte contro un affollato assembramento di velocisti americani. E ancora Ludovica Cavalli sui 3.000 metri e Catalin Tucuceanu negli 800, dove detiene la miglior prestazione mondiale al coperto dell’anno con 1’45”00. Ci fosse stato anche Andy Diaz, triplista di origini cubane che attende ancora il conferimento da parte di World Athletics per partecipare alle competizioni iridate e olimpiche sotto bandiera italiana (a Tokyo venne convocato da Cuba, seppur senza scendere in pedana), un’altra medaglia sarebbe arrivata di sicuro. Ma già così, anche senza i “capitani”, l’Italia ha tanti motivi per pensare positivo.

Roma, addio mondiali 2027: il Governo non coprirà i costi

Invero un motivo per non essere troppo felici ci sarebbe: il Governo non ha garantito la copertura di 85 milioni per consentire a Roma di ospitare i mondiali 2027, e di fatto la candidatura può considerarsi esaurita, a poche ore dall’annuncio della città che avrebbe ospitato la rassegna. Che a questo punto verrà assegnata a Pechino, che ancora una volta ha dimostrato di avere capitali da investire nello sport.

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