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Atletica, Tortu fissa i paletti per il 2024: "Voglio l'oro nei 200 agli Europei. E sogno il bis con la staffetta"

Il velocista azzurro fissa gli obiettivi per il 2024, l'anno di Olimpiadi ed Europei: "Il mio corpo sta cambiando e devo imparare ad adattarmi. E allenarmi bene".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Parigi non è lontana, Parigi è un sogno ricorrente. Quasi un’ossessione, perché capita alle volte di restare svegli di notte a guardare il soffitto, e scoprire che l’attesa non sempre è essa stessa il piacere. Semmai è l’eccitazione di sapere cosa riserverà il domani, quel domani che Filippo Tortu vorrebbe vedere colorato una volta di più di un oro intenso, come già lo è stato a Tokyo.

Forte degli insegnamenti ricevuti nel corso di un 2023 che in qualche modo ha ripagato gli sforzi fatti, con l’argento conquistato ai mondiali con la 4×100 che ha mascherato qualche difficoltà di troppo patita negli amati 200 metri. Tutto materiale sul quale poter lavorare per tornare ad avvertire le sensazioni migliori.

Gli insegnamenti del 2023: “Il mio fisico sta cambiando”

Olimpiadi, ma anche Europei. Il 2024 è un anno spartiacque nella carriera di Tortu, che sente di aver raggiunto ormai la piena maturità sportiva e lo racconta in un’intervista al canale Youtube di OA Sport.

Adesso penso soltanto ad allenarmi, cercando di farlo nel modo migliore possibile. Da due mesi sto lavorando con continuità e mi posso già ritenere soddisfatto. L’annata passata è stata complicata proprio in virtù dei problemi che ho avuto in allenamento, dove non riuscivo a trovare il giusto compromesso e soprattutto un assetto che potesse garantirmi stabilità ed efficienza.

È stata una prima volta anche per me: pur avendo ormai raggiunto una discreta esperienza, ho dovuto convivere con situazioni e sensazioni mai provate prima. E poi l’infortunio alla spalla che ho rimediato dopo aver vinto la gara dei 200 agli italiani (s’infortunò di fatto esultando un po’ troppo energicamente) ancora me lo porto dietro, ma ha rappresentato un segnale di come le cose non sempre girano per il verso giusto. Aver fatto il minimo sui 200 per andare a Parigi è stato l’unico barlume di luce, mentre con la staffetta sento di essere davvero nel pieno della maturazione.

Il grande sogno: “A Parigi con la staffetta per vincere”

Ripetere l’exploit di Tokyo con il quartetto della 4×100 non sarà semplice. A Budapest però un segnale è già arrivato, forte e chiaro: qualche centesimo appena dietro gli Stati Uniti, ma la lotta per le medaglie è apertissima e vedrà l’Italia di nuovo protagonista.

Gli USA sono forti, forse i più forti di sempre. Magari però hanno qualche problema in più nei cambi, e questo li rende un po’ più vulnerabili. A livello personale, sento di essere cambiato: oggi faccio un po’ più fatica nel lanciato, che è sempre stato il mio pezzo forte, ma il fisico negli anni cambia e di conseguenza devo imparare ad adattarmi.

In staffetta però riesco a trovare una sorta di compromesso e ho capito come riuscire a rendere al meglio. Aver conquistato l’argento con quell’ultima frazione corsa così bene mi ha fatto capire in che direzione andare. Sicuramente a Parigi avvertiremo un po’ di pressione per via dei risultati degli ultimi anni, ma non saremo noi i favoriti e questo potrà aiutarci. Agli Europei, invece, partiamo per vincere l’oro.

L’altro grande obiettivo: “L’oro nei 200 agli Europei”

Nel 2024 di Tortu ci sono già diversi paletti fissati. La rinuncia alla stagione indoor, una rarità pensando alla sua storia, è propedeutica all’idea di puntare tutto sulle gare estive. Anche se a maggio, con i mondiali di staffetta, Filippo cercherà di farsi già trovare pronto in quello che rappresenta un test importante verso gli appuntamenti delle settimane successive. Agli Europei l’obiettivo è di competere nei 200, dimenticando qualche difficoltà di troppo incontrata nei 12 mesi passati.

Hughes è l’uomo da battere, ma non firmerò per un argento prima di scendere in pista. A Parigi sarà diverso: sarebbe bello conquistare almeno la finale olimpica, poi però il vero obiettivo sarà confermarsi con la staffetta. Lì il gioco di squadra sarà fondamentale, così come il modo con il quale si vive una gara del genere. Siamo un gruppo unito e coeso che si diverte ogni volta che può passare del tempo assieme, tanto in allenamento quando fuori dalla pista. Avremo milioni di occhi puntati addosso, ma cercheremo al solito di dimostrare di meritare ancora credito e fiducia.

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