Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti e candidato repubblicano alle prossime elezioni, è stato vittima di un attentato durante un evento elettorale in Pennsylvania. Durante la diretta tv, l’ex presidente ha smesso di parlare, è stato colpito da un proiettile di un fucil ed ha portato la mano all’orecchio destro, per poi buttarsi a terra, soccorso dagli agenti dei servizi segreti. Poco prima di essere scortato fuori dal palco, l’ex presidente ha alzato il pugno, incitando la folla e dicendo: “lottate, lottate, lottate”.
- Ucciso l'attentatore di Trump
- Trump starebbe bene
- Joe Biden ha parlato con Trump
- La notizia arriva a Miami dove si allena l'Argentina
- Timori per la finale di coppa America di questa notte
Ucciso l’attentatore di Trump
L’uomo che ha aperto il fuoco sul comizio di Donald Trump, ferendo l’ex presidente, avrebbe usato un fucile in stile Ar, appollaiato su un tetto. Nella sparatoria al comizio a Butler, in Pennsylvania, uno spettatore è rimasto ucciso e altri due gravemente feriti. Donald Trump «sta bene ed è in visita presso una struttura medica locale» e «ringrazia le forze dell’ordine e i soccorritori per la loro rapida azione durante questo atto atroce», ha affermato il suo portavoce Steven Cheung.
Trump starebbe bene
Trump ha ancora intenzione di partecipare alla convention repubblicana la prossima settimana, durante la quale dovrà essere ufficialmente designato come candidato presidenziale dei repubblicani. Lo hanno annunciato la sua campagna e il partito. “Il presidente Trump sta bene” e “non vede l’ora di raggiungervi tutti a Milwaukee”, in Wisconsin, si legge in una nota. La convention si terrà dal 15 al 18 luglio.
Joe Biden ha parlato con Trump
Joe Biden ha parlato con il suo rivale presidenziale Donald Trump, rimasto ferito in una sparatoria durante un suo comizio. Il presidente americano ha sentito anche con il governatore della Pennsylvania, Josh Shapiro, e il sindaco di Butler, Bob Dandoy, dove è avvenuta la sparatoria ed è tornato immediatamente alla Casa Bianca dopo quanto accaduto. “Dobbiamo tutti condannare questo atto ripugnante e fare la nostra parte per garantire che non porti ad ulteriore violenza”: così in una nota la vicepresidente americana Kamala Harris. “Io e” mio marito “Doug siamo sollevati dal fatto che” Donald Trump “non sia gravemente ferito. Preghiamo per lui, la sua famiglia e tutti coloro che sono rimasti feriti e colpiti da questa sparatoria insensata. Siamo grati ai servizi segreti degli Stati Uniti, ai primi soccorritori e alle autorità locali per la loro azione immediata”, conclude la nota.
La notizia arriva a Miami dove si allena l’Argentina
A duemila chilometri di distanza, a Miami, la Nazionale argentina in quel momento stava svolgendo l’ultimo allenamento prima della finale di Copa América contro la Colombia. All’ingresso delle strutture della Florida International University (FIU), dove si trovano i campi da calcio dove si allena l’Albiceleste di Scaloni, i tanti spettatori accorsi per vedere Messi e compagni da vicino non sono venuti a sapere subito dell’episodio che avrebbe potuto costare la vita a Trump.
Nell’allenamento diretto da Scaloni, Di María ha parlato con Messi, Lo Celso ha corso al fianco di Otamendi e De Paul è stato criticato per il suo nuovo look ‘platino’ quando i cellulari dei giornalisti e dei fotografi presenti all’allenamento hanno cominciato a mostrare le immagini di Trump insanguinato. Sorpresa, shock e adrenalina a mille, ma niente altro. Il personale di sicurezza presente è sembrato non prendere atto di quanto accaduto ed è rimasto più preoccupato di impedire che qualche tifoso si infiltrasse e avesse contatti con la Nazionale piuttosto che di quanto potesse accadere.
Timori per la finale di coppa America di questa notte
Poco dopo in un ristorante di proprietà argentina, solo la televisione parlava di Trump. I commensali, quasi tutti argentini, sembravano più attenti al prezzo del dollaro in Argentina o alla possibilità di ottenere un biglietto in rivendita. Intanto, tra gli inviati a coprire la Copa América, cominciano a volare domande, ancora senza risposta: avrà una qualche reazione la Conmebol dopo quello che è successo con Trump? L’operazione di sicurezza potrà cambiare qualcosa per la partita di stanotte all’Hard Rock Stadium? La finale di Copa América è a rischio? Allo stesso tempo, in un altro angolo di Miami, più precisamente al ‘fan fest’ dove c’erano gli sbandieratori per incitare la Nazionale argentina, non si è parlato nemmeno di Trump. Con la maglia numero 10 e il nastro da capitano, il presidente della Conmebol, Alejandro Domínguez, si è divertito giocando una partita”.