In questi Australian Open vissuti sull’orlo di una crisi diplomatica, dopo l’uscita di scena con strascichi di Fabio Fognini, le aspettative italiane sono riposte nella resa di Matteo Berrettini e Jannik Sinner. Berrettini, che aveva accarezzato il sogno Wimbledon approdando a una finale da sogno contro Novak Djokovic, ha mostrato il suo tennis in base alle condizioni attuali. Lo ha ammesso lo stesso tennista romano, approdato con troppa fatica al 3° turno, che qualcosa ancora non è in bolla.
Australian Open: Berrettini fatica con Kozlov
Matteo è riuscito a portarsi a casa il secondo turno anche se ci sono voluti quattro set per mandare ko la wild card Stefan Kozlov, che nella fase centrale del match ha impegnato il numero 7 del ranking ATP e tra i più esplosivi in questa tormentata stagione.
Un rilassamento che ha destato qualche preoccupazione dopo i problemi dell’esordio, soprattutto nel diretto interessato che ha poi esplicitato la chiave dell’incontro nel post partita.
Australian Open: Matteo Berrettini e quella fatica eccessiva
Nell’intervista dell’immediato post gara, Berrettini ha detto:
“Era difficile, si è rivelato un ottimo giocatore. Sono partito bene, poi è cresciuto di intensità e si è adattato ai miei colpi. A quel punto ho dovuto fare un ulteriore step qualitativo nel mio gioco, sono contento di questo successo”.
Il caso scatenato da Djokovic, non vaccinato e al centro di una controversia che ha occupato le prime e i titoli per ben due settimane, ha condizionato il pre torneo e forse anche la concentrazione di alcuni professionisti che hanno palesato il loro malessere come ha fatto lo stesso greco Tsitsipas.
Per Berrettini, però, la sofferenza di questo secondo turno va imputata ad altro:
“Sono un po’ stanco, forse leggermente peggio rispetto al primo turno. Era difficile recuperare al 100% dopo un match intenso come quello con Nakashima: la cosa importante quest’oggi era portarsi il risultato a casa e avanzare nel torneo”.
Sul tabellone, Matteo è cauto. Come sempre:
“Penso ad un match alla volta. Mi sento abbastanza bene: questo per me è solo il secondo torneo dell’anno, ci vuole un po’ di tempo per trovare il miglior rendimento ma le cose non possono che migliorare. Domani? Dovrò trascorrere del tempo con il mio fisioterapista per recuperare al meglio le energie”.
Australian Open, Alcaraz sfida Berrettini: “Già battuto”
Dalla sua, il buon Carlos Alcaraz gli ha ricordato che vincere il Next Gen Finals non è cosa da tutti: il prossimo turno potrebbe rivelarsi altrettanto impegnativo. Contro Berrettini, ai quarti sul veloce indoor di Vienna 2021, Carlos ha già vinto. “Mi ricordo di essere stato molto aggressivo. Sarà fondamentale non permettere a Matteo di dominare il gioco e portarlo sul suo dritto. Da quella partita sono cresciuto molto anche come esperienza”.
Insomma, c’è chi annuncia battaglia. Almeno a parole.
VIRGILIO SPORT