Sembrava un finale già scritto, ma alla Segafredo Arena i conti prima o poi bisogna farli sempre e comunque con la Virtus, che ribalta Barcellona nell’ultimo quarto, eseguendo in modo mirabile ciò che nei primi due periodi proprio non gli era riuscito, cioè trovare la via del canestro con continuità, stringendo al contempo le maglie in difesa. Se un segnale doveva arrivare, da Bologna ne arriva uno forte e chiaro: questa Virtus non è una meteora, e nel firmamento dell’Eurolega ha pieno diritto di cittadinanza.
- Un avvio difficile, nonostante una buona difesa
- L'inizio della rimonta: si accende Shengelia
- Lundberg ancora versione alieno: è il tripudio
Un avvio difficile, nonostante una buona difesa
La sesta vittoria consecutiva tra le mura amiche matura in un finale al cardiopalma, col Barça che fino a 7’ dalla fine ha condotto la partita (anche in doppia cifra), fino a quando Bruno Mascolo non trova i suoi primi due punti sul suolo europeo, quelli che regalano il primo vantaggio di serata alle Vu nere. Che orfane di Pajola e Polonara hanno il solo difetto di uscire peggio dai blocchi, pagando la serata no fino all’intervallo lungo di Toko Shengelia, che trova il primo canestro dal campo soltanto a inizio ripresa.
Barcellona che senza strafare riesce a prendersi un discreto gap da amministrare in corso d’opera, grazie soprattutto ai centimetri di Vesely e Hernangomez che sotto canestro fanno tutta la differenza del mondo (più di quanta non ne faccia Satoranksy). Invero Bologna difenderebbe anche bene, ma è l’attacco a sparare a salve: 33 punti dopo 20’ sono il minimo stagionale offerto dai ragazzi di Banchi, e consentono ai catalani di tenersi alla larga dai problemi.
L’inizio della rimonta: si accende Shengelia
Nella ripresa però le cose cominciano a prendere un’altra forma, con Shengelia che s’iscrive alla partita e la Virtus brava a rispondere pan per focaccia alle soluzioni (adesso un po’ meno lucide) dell’attacco avversario. Il pubblico bolognese prende fiducia, sebbene il Barça riesca sempre a trovare il modo per tenersi a distanza di sicurezza. Ma con il georgiano ormai andato in ufficio, in difesa le cose per coach Grimau si fanno assai più complicate: la Virtus risale a piccole dosi e il -5 col quale si presenta al quarto periodo profuma già di impresa. Il meglio però deve ancora venire, anche perché nel frattempo tocca a Iffe Lundberg raccogliere il testimone dei grandi uomini che punta a scrivere grandi storie.
Lundberg ancora versione alieno: è il tripudio
La tripla con la quale apre il quarto è il segnale che ormai la partita è di nuovo in ballo. Anche Shengelia trova la tripla che vale la parità a 63, poi dopo il canestro di Mascolo comincia una guerra di nervi tra errori, tiri forzati, falli fischiati (e non fischiati) e strappi desiderati, ma mai arrivati. Bologna sale anche sul +5 con un’altra tripla di Lundberg, poi però il Barça si rimette a difendere e trova il modo per rimettere il muso avanti sul 75-74 (tripla di Satoransky).
Sembrerebbe nuovamente l’inizio della fine, e invece la fine è soltanto per l’attacco dei catalani, che di colpo s’inceppa con un minuto abbondante sul cronometro. La Virtus dalla lunetta dimostra di avere il ghiaccio nelle vene: due su due di Hackett, due su due Lundberg, che poco prima aveva stampato la sua quarta tripla di serata, facendo prendere definitivamente vita ai sogni delle Vu nere (21 punti con 8/11 dal campo per lo svedese). Che vincono una partita nella quale hanno segnato 47 punti in un tempo a una delle migliori difese d’Europa, con l’attacco tenuto a soli 30 punti.
L’ennesimo capolavoro di Luca Banchi, che si prende un altro scalpo eccellente legittimando una volta di più i propositi di grandeur di una squadra che ha legittimato la posizione che occupa. E che si appresta ora a vivere altre giornate intense, con la visita del Maccabi venerdì sera e la trasferta al Forum contro l’Olimpia di domenica. Certo, dopo uno sforzo così qualcosa da pagare ci sarà, ma le risorse di casa bolognese sono inesauribili. Come i sogni del popolo virtussino, tornato a respirare l’aria delle notti magiche.
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