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Bertolini torna sul flop Mondiale: dall'esclusione di Sara Gama a quel "volo di ritorno allucinante"

L'ex ct dell'Italia femminile Milena Bertolini analizza il disastro Mondiale: "Le donne peggiori nemiche di loro stesse, così torniamo al patriarcato. Manca progettualità".

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Domenico Esposito

Domenico Esposito

Giornalista

Da vent’anni in campo e sul campo per vivere ogni evento in tutte le sue sfaccettature. Passione smisurata per il calcio e per la sfera di cuoio. Il pallone è una cosa serissima, guai a dirgli di no

Milena Bertolini torna a parlare dopo il flop al Mondiale femminile in Australia e Nuova Zelanda. L’ex ct dell’Italia non si nasconde nella lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera, affrontando a viso aperto il fallimento azzurro nella rassegna iridata, l’esclusione della veterana Sara Gama e i malumori delle altre senatrici del gruppo, ma anche il ruolo delle donne nel mondo del calcio e quello che definisce un ritorno al “patriarcato”.

Il fallimento Mondiale e l’esclusione di Sara Gama

Bertolini spiega che “era giusto e necessario un ricambio generazionale”. Che, però, ha finito per creare “problemi di equilibri all’interno della squadra. Non è facile dire a una veterana che resterà a casa”. È il caso della juventina Sara Gama. “Ad aprile ero stata chiara con le più esperte: le giovani premono, nessuna ha il posto garantito”. L’ex ct rivela di aver ricevuto “disponibilità totale” da Girelli, Cernoia e Bartoli. “Sara l’ha presa male da subito: ho capito che quel ruolo, in Nuova Zelanda, non avrebbe potuto reggerlo”.

Bertolini analizza il crollo dell’Italia al Mondiale

La vittoria con l’Argentina lasciava presagire un Mondiale in discesa. “Sì, vedevo sorrisi, allenamenti partecipati, giovani entusiaste. Poi con la Svezia, quando sono diventate titolari le piccole, chi non ha giocato ha messo il muso. E l’atmosfera è cambiata”, svela l’allenatrice di Correggio al Corriere della Sera. Sul disastro col Sudafrica: “Dopo l’autogol siamo andate in trance. Ho cercato di tranquillizzare le ragazze: niente, non mi ascoltavano. È subentrata l’ansia”.

Sul duro comunicato delle calciatrici della Nazionale

“Dopo la partita col Sudafrica – rivela l’ex ct – sono andata a consolare le giovani, mentre le altre mi scansavano. Non è vero che mi sono chiusa in camera. È vero che loro si sono riunite e hanno scritto quel comunicato. Il volo di ritorno è stato allucinante. C’è chi non ha più avuto il coraggio di guardarmi in faccia né di salutarmi. La lettera è stata un’autorete pazzesca per il movimento”.

Il ruolo delle donne nel calcio in Italia e il ritorno al patriarcato

Secondo Bertolini l’exploit dell’Italia al Mondiale 2019 era dovuto al fatto che “era una squadra di donne, con un ct donna, capace di fare gruppo. Dove sono oggi le donne negli staff della serie A femminile? Forse il 10%… Siamo considerate immagine: le quote rosa diventano necessarie. E noi ci mettiamo del nostro, siamo le peggiori nemiche di noi stesse. Ma così andiamo indietro, torniamo al patriarcato”.

L’Italia femminile riparte da un uomo: Andrea Soncin

Al nuovo ct Andrea Soncin augura il meglio, “ma andava cavalcata quell’onda positiva. Sento dire che questo è l’anno zero: allora chi ha compiti di governo cosa ha fatto dal 2019 in poi? Certo oggi c’è il professionismo, importantissimo. Ma la progettualità è un’altra cosa” conclude Milena Bertolini.

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