Lo sport spagnolo è ancora sotto shock per la scomparsa di Blanca Fernandez Ochoa, ex fuoriclasse dello sci, argento olimpico nello slalom ad Albertville nel 1992, il cui corpo è stato ritrovato senza vita mercoledì a 56 anni nella zona del Pico de la Penota, montagna al confine fra la Comunidad di Madrid e la Provincia di Segovia dopo aver fatto perdere le tracce di sé lo scorso 23 agosto.
Poche ore dopo, quasi in contemporanea con la denuncia della figlia, era stata ritrovata l’auto dell’ex campionessa, presso il parcheggio di Las Dehesas, in una zona frequentata da escursionisti.
Le prime indiscrezioni dell’autopsia effettuata sul corpo della donna, rese note da ‘El Mundo’, che cita fonti di polizia, parlano di resti di pillole nello stomaco, in particolare di compresse denominate commercialmente Sinogan. Campioni dei farmaci sono stati inviati per analisi approfondite all’Istituto tossicologico di Madrid. Il farmaco Sinogan, uno dei marchi di levomepromazina, ha un pesante effetto sedativo antipsicotico, può essere letale se consumato in grandi quantità ed è stato sintetizzato diversi decenni fa per curare la schizofrenia e la psicosi.
Sembrano quindi rivelarsi fondati i sospetti sorti subito dopo il ritrovamento del corpo, ovvero che alla base della morte di Ochoa potesse esserci uno stato depressivo in forma avanzata, conseguenza anche dei problemi economici accusati dall’ex sciatrice negli ultimi tempi.
Il farmaco in questione è in realtà un derivato del primo farmaco usato contro la psicosi, negli anni ’50: la clorpromazina. Oggi il Sinogan è considerato un farmaco obsoleto, per questo gli psichiatri usano un altro tipo di trattamento basato su antipsicotici di seconda generazione, che hanno effetti collaterali più morbidi e sono meglio tollerati.
Resta da capire perché l’ex atleta sia ricorsa a questo farmaco, il cui uso in quantità eccessive sembra averne provocato il decesso.
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