Polemiche in Argentina per lo stendardo esposto provocatoriamente dai tifosi presenti nel settore popolare della Bombonera di Buenos Aires, teatro delle partite casalinghe del Boca Juniors. Una chiara risposta al Governo e, in particolare, a Manuel Adorni, portavoce della presidenza argentina.
- Il gesto dei tifosi del Boca Juniors: è polemica con il Governo argentino
- La critica della figlia di Maradona
- I tifosi del Boca e la protesta contro Milei
Il gesto dei tifosi del Boca Juniors: è polemica con il Governo argentino
Scoppia la polemica in Argentina per il gesto dei supporters del Boca Juniors, a pochi minuti dal fischio d’inizio del sentitissimo match con il San Lorenzo, vinto dai padroni di casa con il punteggio di 3-2. Dalla curva degli Xeneizes è stato issato uno stendardo storico del tifo gialloblù, rappresentante un grande cuore e l’iconica immagine di Diego Armando Maradona. Inequivocabile il messaggio: “Grazie Diego Maradona”. E poi durante la gara cori, canzoni inneggianti al Pibe e l’urlo: “Diego è argentino”.
Perché una cosa così normale ha fatto tanto rumore? È necessario tornare alla Giornata internazionale dedicata ai mancini, tra atleti e artisti argentini che sono stati elogiati dal portavoce del Governo, Manuel Adorni, finito nella bufera per aver dimenticato proprio il Diez per eccellenza: “Ringraziamo Lionel Messi, Ángel Di María, Emmanuel Ginóbili, Sergio ‘Maravilla’ Martínez e Guillermo Vilas – ha nominato martedì scorso Adorni –. Anche grandi musicisti come Gustavo Cerati o Charly García. Grandi mancini che hanno contribuito alla grandezza dell’Argentina”.
Sollecitato dalla stampa locale, Adorni non ne ha voluto sapere, dimostrando che il “vuoto di memoria” non era affatto casuale: “Maradona, chi?” Ah… Sì, era mancino. Bene, per me è tutto, signori”, ha concluso quasi indignato. Una mossa piuttosto infelice, che ha scatenato polemiche non indifferenti nell’ambiente Boca e dalle parti della Bombonera. “Adorni, Diego è argentino”, si legge su uno dei tanti striscioni apparsi in questi giorni.
La critica della figlia di Maradona
Un clima di tensione che ha richiamato anche l’attenzione di Dalma, prima figlia di Diego Armando Maradona. Ospite del programma Angel Responde, la “figlia d’arte” ha replicato così ad Adorni, già vittima di uno shitstorm sui social: “Rispondo al muppet oppure no? Non è nemmeno necessario. Voglio sapere una cosa e lo dico davvero: è una persona che ripete ciò che ha da dire e non ha nemmeno un pensiero proprio – ha sottolineato con ironia -. È il portavoce di qualcuno…”.
E poi ha aggiunto, a proposito della dimenticanza: “Fa una mossa comica per farlo dimenticare. Ha agito orribilmente. Quando nominano Maradona e lui dice ‘chi’. Guarda, ti dirò una cosa. Che ti piaccia o no, l’Argentina è conosciuta nel mondo dalle persone che dici di non conoscere, o che fai lo stupido dicendo di non conoscerla. Sportivamente, che ti piaccia o no, ha rappresentato l’Argentina ed è diventato campione”, ha precisato con orgoglio Dalma.
I tifosi del Boca e la protesta contro Milei
L’acceso confronto a distanza con Manuel Adorni non è certo la prima diatriba tra i tifosi del Boca Juniors e gli attuali rappresentanti del Governo argentino. Basti pensare ad un calendario che ci riporta indietro nel tempo, al 17 dicembre 2023, a ridosso dell’elezione del presidente Milei. Anche in quella circostanza, fu piuttosto chiara la posizione del tifo organizzato che occupa gli spalti della Bombonera: una forte opposizione, tesa a favorire il fronte guidato da Andrés Ibarra e Mauricio Macri.
Eppure, Milei è stato da sempre un tifoso sfegatato del Boca Juniors, almeno fino al ritiro di Martin Palermo (suo idolo, ndr) e al ritorno alla Bombonera dell’ex Real Madrid Fernando Gago, che non andò giù all’attuale Premier argentino: “Visto che è tornato spero che affondi. Quando sono arrivati alla finale della Copa Libertadores 2018, ho iniziato a tifare per il River. Infatti al secondo gol, che è di sua assoluta responsabilità, ho esultato”. Più chiaro di così? Come mettersi contro l’intera tifoseria del Boca, già in fermento per la politica che Milei vorrebbe adottare in ambito sportivo, unendo pubblico e privato all’interno delle società calcistiche.