È caos attorno a Bologna-Milan: l’ipotesi rinvio pare tramontata, ma la gara non ha ancora una sede dato che le autorità bolognesi sono decise a non aprire il Dall’Ara, neanche a porte chiuse. Intanto i tifosi rossoblù insorgono: chiedono il rinvio e accusano il mondo del calcio di indifferenza nei confronti della tragedia che ha colpito la città.
- Bologna-Milan, si allontana l’ipotesi di rinvio
- Bologna-Milan, la Lega Calcio cerca uno stadio per giocare
- Bologna, la protesta dei tifosi: “C’è altro da fare”
Bologna-Milan, si allontana l’ipotesi di rinvio
L’ipotesi di rinvio di Bologna-Milan a causa dell’alluvione abbattutasi sul capoluogo emiliano pare ormai del tutto tramontata. La Lega Calcio, riunita in queste ore in un consiglio d’amministrazione d’emergenza, è intenzionata a far disputare la partita nonostante la tragedia che ha colpito Bologna. Un’idea contraria, dunque, a quella del sindaco Matteo Lepore, che ieri aveva annunciato che la partita non si sarebbe giocata, neanche a porte chiuse.
Bologna-Milan, la Lega Calcio cerca uno stadio per giocare
La Lega Calcio e le due società, invece, spingono per giocare. Se non dovesse essere disponibile il Dall’Ara, l’idea è quella di far disputare Bologna-Milan in un altro stadio, in un’altra città. Il Sinigaglia di Como la prima soluzione vagliata, era arrivato anche l’ok dell’amministrazione comunale lariana, ma poi sono emersi nuovi problemi: l’ipotesi Como, dunque, pare al momento scartata.
La Lega ha allora contattato l’Empoli, ma anche in questo caso ci sarebbero dei problemi per trasferire l’incontro. Bologna-Milan cerca dunque ancora una sede per scongiurare l’ipotesi rinvio, non gradita ai club e alla Lega Calcio a causa del calendario estremamente fitto per le due squadre, entrambe iscritte alla Champions League.
Bologna, la protesta dei tifosi: “C’è altro da fare”
Intanto i tifosi del Bologna hanno emesso un duro comunicato per protestare contro la scelta della Lega Calcio e delle società sportive di andare avanti nonostante l’alluvione e di disputare la partita. “Ognuno di noi sta vivendo in questi giorni la tragedia che ha colpito la nostra città ed il nostro territorio – si legge in un comunicato diffuso dai gruppi della Curva Andrea Costa – . Non ci sono più lacrime. Ora parlerà l’orgoglio che ci contraddistingue, che ci farà rialzare. Nelle nostre famiglie, nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro, nei nostri luoghi di aggregazione. Nonostante il fango che ci sta ostacolando, la fatica a raggiungere il posto di lavoro, la fatica nello spalare via col fango un’intera vita, si fa fatica a vivere. A questo si è aggiunto lo strazio di tanti nostri amici e conoscenti della Toyota (fabbrica in cui due operai sono morti e 11 feriti per un’esplosione, ndr)”.
“Non si può pensare al pallone oggi – continua la nota dei tifosi -, non si possono muovere 35mila persone in una delle zone più colpite della città, mentre c’è chi a pochi metri di distanza è fuori da casa. Qualora si decidesse comunque di giocare a porte aperte, i gruppi della curva Andrea Costa diserteranno e considereranno complici tutti quelli che vorranno mettere in scena uno spettacolo grottesco, società, istituzioni o pubblico che sia. Ora c’è altro da fare”.