La maglia del Bologna sette anni su sette. E sulle spalle sempre lo stesso numero, il 7. Riccardo Orsolini è tornato, più forte e decisivo di prima. Due infortuni quasi consecutivi non lo hanno messo al tappeto: l’avevamo lasciato in lacrime due mesi fa quando si fece male la seconda volta in Champions, l’abbiamo ritrovato dopo ancor più agguerrito. Prima la rete alla Lazio nel cappotto rifilato ai biancocelesti e ieri un eurogol al Venezia che lancia i rossoblù sempre più vicini alla conferma nella coppa dalle grandi orecchie. La storia di un predestinato del pallone che ora sogna la Nazionale.
Bissato il record di gol
Con la rete-capolavoro che ha dato i tre punti al Bologna a Venezia Orsolini ha già raggiunto la doppia cifra in campionato bissando il record personale di 11 gol del 2022-23, il primo anno di Thiago Motta, agganciando bomber puri come Lautaro Martinez e avvicinandosi anche Thuram e Lookman che hanno realizzato 13 reti a testa. Superato il numero di reti messe a segno nell’ultima Serie A. Alle 11 reti siglate in campionato, poi, bisogna aggiungerne una messa a segno in Coppa Italia col Monza. In totale Orsolini al Penzo ha raggiunto la quota delle 32 reti nelle ultime tre stagioni di Serie A: nessun calciatore italiano, nello stesso lasso di tempo, ha messo a segno più reti nella massima serie.
Nel nome di papà Paride
A inculcargli la passione per il calcio è stato suo padre Paride, ex calciatore dilettante (“avevo tre anni quando mio padre mi portò al campetto per fare qualche tiro in porta, non ho più smesso”). A sei anni era già in una scuola calcio ma la svolta arriva mentre gioca in spiaggia con gli amichetti. Lo nota il tecnico dei pulcini dell’Ascoli ed è subito folgorazione. Lo fa tesserare con i bianconeri: la famiglia lo accompagna tre volte a settimana dal paesino marchigiano di Rotella ad Ascoli per gli allenamenti. Ma viene ripagata presto dei sacrifici.
Il boom di Orsolini
La sua carriera è un continuo crescendo. Fa 22 gol in Primavera con l’Ascoli, a 16 anni l’esordio in Lega pro, poi titolare in B, il Mondiale under 20 dove vince la Scarpa d’oro con 5 gol e la chiamata della Juventus (“per strada mi fermavano i vecchietti del paese per chiedermi se era vero che andavo alla Juve”). Il club bianconero lo acquista nel gennaio 2017 lasciandoloperò in prestito nelle Marche. Poi altri prestiti all’Atalanta e al Bologna. La Juve non crede a sufficienza nel suo talento e i rossoblù riscattano il suo cartellino nel giugno 2019.
Con Mihajlovic in panchina Orsolini esplode. Lo chiamano Orsonaldo, lui spiegò: “Quando nasce? Ad Ascoli, dai miei compagni. Calciavamo partendo a gambe divaricate alla Ronaldo. Facevo sempre gol io. E uno ha inventato Orsonaldo“. Particolare il legame con Javier Zanetti. Riccardo ha letto con attenzione la biografia dell’ex capitano nerazzurro, apprezzando in particolare un concetto: “Il lavoro è la mia forza”. Venuto a conoscenza dell’aneddoto, Zanetti lo ha chiamato e gli ha regalato la sua maglia autografata dopo una chiacchierata al telefono.
Il sogno Nazionale
Dalle spiagge marchigiane alla Champions League è (quasi) un attimo (“Quest’anno, con la Champions, ho acquisito anche quell’esperienza che mi permette di gestire meglio alcune situazioni in campo che prima non capivo. Avevo bisogno di misurarmi in un contesto del genere. Penso di essere nel pieno della maturità e della consapevolezza: non sono più un ragazzino e non sono ancora un vecchietto”) e dopo l’avventura di quest’anno ora sogna il bis per la prossima stagione ma Orsolini – giunto al settimo anno col Bologna – non si ferma qui. Il suo obiettivo è la Nazionale: davanti ha Politano ma rispetto all’ala del Napoli segna di più, somiglia più a Berardi ed ha quella fantasia e quella classe che all’Italia di Spalletti mancano eccome. Da Italiano, che è stato determinante nella sua crescita, alla Nazionale italiana. L’ultimo step per Orsonaldo è vicino.