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Bolt: "Jacobs combattente, deluso dai giamaicani. Nei 100 metri oggi morirei"

L'uomo più veloce della storia: "I miei record resisteranno ancora per un po’. Mi manca solo l’emozione del pubblico, l’adrenalina delle grandi gare".

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Bolt: "Jacobs combattente, deluso dai giamaicani. Nei 100 metri oggi morirei" Fonte: Getty Images

In un’intervista a L’Equipe, Usain Bolt ha svelato la sua annata migliore: “Rimarrà sempre la mia stagione 2015. È stata un’estate orribile, stavo davvero lottando e molte persone ne erano felici. Ho dovuto affrontare la pressione che il mondo dell’atletica stava mettendo su di me per battere Justin Gatlin (campione olimpico 2008 nei 100 m, l’americano era tornato in cima dopo quattro anni di sospensione per doping), che correva così veloce allora. Passarlo sul filo dei Mondiali di Pechino è stato il mio più grande successo, il più difficile, pochi ci hanno creduto. Rimane ciò di cui sono più orgoglioso perché dimostra la mia forza mentale, la passione che mi ha animato. È la prova che vincere tutti questi anni non è stato così facile, ma che ho sempre saputo essere presente quando contava davvero”.

Sul peggior ricordo invece, Bolt non ha dubbi: “Sarà sempre la mia falsa partenza a Daegu (nella finale dei 100 m dei Mondiali nel 2011). Ma è stata anche una lezione essenziale. Poi, se parliamo di rimpianto, ho quello di non essere sceso sotto i 19″ oltre i 200 m. Potevo permettermelo. Ma avrei dovuto investire il mio corpo e la mia anima nell’atletica e non sono mai stato in grado di farlo. Non riuscivo a pensare a nient’altro che a quello tutto l’anno, atletica, atletica, atletica… Sarei impazzito. L’allenatore lo ha capito, mi ha sempre lasciato solo nelle sequenze in modo che potessi fare altre cose. Uscire, bere…”.

Bolt ormai ha una certa età e ha ammesso: “Correre i 100 metri oggi? Sarebbe orribile. Morirei negli ultimi 30 o 40 metri. I miei record resisteranno ancora per un po’. Mi manca solo l’emozione del pubblico, davvero. L’adrenalina delle grandi gare. Ma molte cose sono cambiate nell’atletica negli ultimi anni, con la nuova tecnologia non è più la stessa cosa. Vediamo che tutti i corridori hanno battuto i loro record di recente. Lo vedi soprattutto con gli atleti più anziani e ora stanno migliorando”.

Bolt chiude parlando di Jacobs e della nuova generazione di giamaicani: “Marcell ha dimostrato di essere un “combattente”. L’ho incontrato ad un Gran Premio di Formula 1, a Milano o ad Abu Dhabi, non ricordo. Abbiamo parlato e ho visto quanto è determinato. Vuole lavorare sodo, è bello vedere persone così. Arrabbiato con i giamaicani per gli ultimi risultati? Certo. Quando vedo il talento che abbiamo, non capisco, è pazzesco. Temo che a volte siano un po’ pigri. E ne siamo responsabili. Quando ho iniziato, avevamo contratti così piccoli che dovevamo lavorare per vincere e ottenere offerte migliori. In questa nuova generazione, appena arrivata, gli atleti hanno già grandi contratti. Nella loro testa, sono già lì, non c’è bisogno di fare di più, non ascoltano più”.

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