Nel tempo dilatato dall’attesa, chi osserva dalla giusta distanza ha la possibilità di infilare uno dietro l’altro la sequenza di impercettibili cambiamenti, quando la realtà costringe a misurarsi con un problema simile a quello patito da Edoardo Bove.
Da domenica ad oggi, il centrocampista è stato trasferito nella terapia sub intensiva di Cardiologia dell’Ospedale Careggi di Firenze, struttura nella quale è stato trasferito dopo essersi accasciato in campo a pochi minuti dall’avvio di Fiorentina-Inter. Da lì, uscito dal coma farmacologico, ha assistito alla partita di Coppa Italia, ha comunicato. Sono quei micro eventi che restituiscono la portata delle cose a chi gli è più vicino in questi giorni difficili. I suoi genitori, la fidanzata, i suoi cari.
- Edoardo Bove nella sub intensiva di cardiologia
- Risonanze magnetiche al cuore confrontate con quelle della Roma
- L'ipotesi defibrillatore sottocutaneo
- L'idoneità sportiva in Italia: che cosa dice la norma
- Roma e Fiorentina, il tema del prestito
Edoardo Bove nella sub intensiva di cardiologia
Gli esperti stanno vagliando il pregresso: dalle visite alle risonanze magnetiche al cuore che sono state effettuate nel recente passato di Edo, 22 anni appena. A Roma la società lo aveva costantemente controllato, ove ritenuto giusto approfondito i segnali e seguito con attenzione, oltre quanto previsto dal protocollo. Con risonanze magnetiche al cuore e ripetuti approfondimenti, mirati. E la Fiorentina, dalla sua si sta prodigando, al di là delle diatribe sul cartellino, per sostenere Bove in una fase estremamente delicata.
Sono ore di innegabile studio e valutazione, da parte dei medici fiorentini, che secondo quel che riferisce la Gazzetta dello Sport hanno avuto accesso alla documentazione e agli esami strumentali effettuati su Edo dai tempi in giallorossoin più, poi, c’è la quotidiana attività di monitoraggio sul paziente, che si trova ancora adesso ricoverato nella TI del reparto di Cardiologia.
Risonanze magnetiche al cuore confrontate con quelle della Roma
L’equipe specialistica si sta confrontando, sulla base della documentazione acquisita e di quel che sta emergendo dalle nuove indagini con la nuova risonanza magnetica al cuore e della Tac coronarica effettuata in reparto con quelle fatte a Roma, anche negli anni successivi soprattutto dopo che Bove aveva avuto una miocardite da Covid nel 2020.
A simili accertamenti si stanno accompagnando indagini genetiche atte a individuare le cause – ed avvicinare, dunque, a una diagnosi – che abbia deciso il problema al ventricolo sinistro.
Complicato avere informazioni più dettagliate al momento, per via del tempo – ancora questo il fattore più rilevante – per comprendere che cosa accadrà. Il dubbio riguarda, ovviamente, l’ipotesi che era stata contemplata già nel coso di questi giorni dagli esperti interpellati per comprendere che cosa succede, che cosa può accadere a Bove d’ora in avanti.
L’ipotesi defibrillatore sottocutaneo
L’ipotesi di un defibrillatore sottocutaneo è da considerare, includere per via della possibilità che ciò sia dettato da ragioni mediche che aiuti Edo a ritrovare una vita quotidiana pressoché regolare, a seguito di quanto accaduto.
Questo apparecchietto sarebbe un defibrillatore “di protezione” con un intervento alquanto ordinario, considerato di routine nei reparti specializzati ma che salva la vita quando il cuore accusa delle aritmie sospette, ritenute dagli specialisti anomale, preoccupanti. Delle operazioni considerate ormai di prassi e finalizzate, con il supporto o aiuto di una macchinetta, a ristabilire un ritmo regolare del cuore.
L’idoneità sportiva in Italia: che cosa dice la norma
Altra questione è, qualora venga valutata questa strada, l’idoneità sportiva. Ad oggi, ad ora mentre stiamo scrivendo di ciò, non è contemplato al massimo livello, che possa svolgersi la pratica agonistica con un defibrillatore sottocutaneo impiantato. Da qui la decisione di Christian Eriksen, citando uno degli esempi prossimi, di raggiungere un accordo con l’Inter, sciogliere il contratto e riprendere all’estero nella piena consapevolezza di quel che ciò comporti.
Non tutti vogliono e possono intraprendere questa scelta. Non è la loro scelta, sportiva e per la vita. Ed è corretto così. Edoardo Bove – qualora si prospetti questa eventualità – prenderà la sua decisione insieme alla sua famiglia. Una questione che riguarda la sua salute, in primis. Il resto verrà dopo, compreso quel che potrebbe derivare dalla questione dell’accordo che ha portato il giocatore a trasferirsi, in prestito, da Roma a Firenze.
Il suo agente, Diego Tavano, ha iniziato pubblicando una maglia numero 4 di Bove (della Fiorentina) e ha invitato tutti a condividerla rendendola virale.
Roma e Fiorentina, il tema del prestito
Il rientro in Italia di Ryan Friedkin, scrive il Corriere dello Sport, è previsto in queste ore nella Capitale. Al centro ci sono le note vicende romaniste e l’inevitabile confronto con una classifica impietosa a cui Claudio Ranieri è chiamato a porre rimedio. Tra i tanti temi sul tavolo ci sarebbe poi, anche il futuro relativo a Bove. Il ragazzo è in prestito a Firenze e per quanto ora non sia il momento giusto, c’è da valutare che si possa già affrontare i primi passi sull’argomento.
Rocco Commisso telefona di continua in ospedale e ai suoi cari per avere notizie del ragazzo. C’è attenzione e vicinanza, l’ambiente è scosso come ha precisato il tecnico viola Raffaele Palladino. I compagni continua a scrivere e a fare visita quando possibile.
L’importante è esserci e, a cinque giorni dall’accaduto e da quell’arresto cardiaco. A Edo e ai suoi tocca ben altra decisione quando giungerà la domanda su che cosa ci sarà da fare.