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Boxe, sale l'attesa per la sfida tra Tyson e Paul. Ma gli USA si dividono sui pericoli che corre Iron Mike

A poco meno di 72 ore dalla sfida contro Jake Paul, l'America si divide sui rischi che corre Mike Tyson. Che prima di salire sul ring dovrà superare altri due test clinici.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Sembrerebbe tutto apparecchiato per una grande abbuffata di boxe: vent’anni dopo l’ultimo match disputato in carriera, tutti gli occhi del mondo torneranno a posarsi su Mike Tyson. Che contro Jake Paul, youtuber di professione ma (ormai) atleta pressoché professionista, vorrà regalare al grande pubblico della boxe un’ultima grande lezione di pugilato.

Chiaro, il flop è dietro l’angolo, pensando alle 58 primavere sulle spalle e alle difficoltà che hanno portato all’organizzazione di questa stranissima contesa (8 round da 2 minuti ciascuno, ma per la Commissione Pugilistica del Texas il match è meritevole di ricevere la titolazione, e dunque varrà come sfida ufficiale). Ma sono tanti i pensieri che si annidano nella mente dell’ex campione di massimi a poco più di 48 ore dall’incontro.

Gli ultimi due test prima di ottenere il via libera

Negli USA, passata la sbornia per le elezioni presidenziali (e Tyson era grande sostenitore di Trump), da un po’ di giorni l’attenzione s’è spostata sul match di Arlington, in programma alle 2 della notte italiana tra venerdì e sabato (diretta esclusiva su Netflix, che entra a piedi pari nel mondo degli show sportivi trasmessi dalle piattaforme di streaming).

Con la preoccupazione maggiore legata alle condizioni reali di Iron Mike, che a maggio su un volo di linea da Miami a Los Angeles fu colpito da una grave ulcera che lo costrinse a posticipare di 4 mesi il match con Paul, inizialmente previsto per il 20 luglio. Da allora, indiscrezioni non così rassicuranti sulla salute di Tyson si sono rincorse periodicamente, sebbene alla fine si sia arrivati a tre giorni dalla sfida pronti a godersi lo spettacolo.

Ma restano da superare un paio di test clinici per ottenere il via libera definitivo dal Dipartimento delle Licenze e della Regolamentazione del Texas: un esame neurologico/cerebrale e uno cardiaco che dovranno confermare il buono stato di salute del pugile 58enne, così da consentirgli di salire sul ring. Esami, a detta di qualcuno, dall’esito non così scontato.

L’organizzatore MVP sicuro: “La sicurezza è garantita”

In tanto invero nei giorni scorsi hanno espresso preoccupazione per i rischi a cui andrebbe incontro Tyson, qualora decidesse di combattere. E le visite pre-combattimento restano uno scoglio non così semplice da superare: da MVP, promoter della serata, hanno minimizzato, affermando che Tyson non è mai stato così in forma. Avrebbe potuto combattere già a settembre, ma scegliendo novembre volevamo essere sicuri che l’ulcera fosse guarita del tutto, e così è stato. Abbiamo lavorato per creare un ambiente sicuro per entrambi i pugili, e chi sostiene che Tyson sia in pericolo perché più vecchio di 31 anni lo dice senza aver mai combattuto a questo livello”.

Va detto però che Iron Mike non ha avuto una vita così “tranquilla” come un atleta che a 58 anni decide di tornare sul ring dovrebbe dimostrare di avere avuto: nell’ultima esibizione contro Roy Jones jr., vecchia ormai di 4 anni, la sensazione fu quella di un pugile ben oltre il fine carriera.

“Tyson ha un gran fisico, ma l’età non aiuta”

L’Associazione dei Medici di Ringside, per voce del dott. John Neidecker, ha specificato che “invecchiando, si verificano dei cambiamenti nel cervello e nel sistema vascolare, aumentando il rischio di emorragia intracranica. Di Tyson non conosco la cartella clinica, ma di sicuro per avere 58 anni non mi sembra un tipo sedentario, almeno al vedere i video che circolano in rete”.

Effettivamente il fisico mostrato dall’ex campione di massimi è notevole per l’età che ha, ma questo a detta di alcuni potrebbe rappresentare un campanello d’allarme, “perché un esercizio eccesivo a questa età può portare a ispessimento del muscolo cardiaco, e di conseguenza a problemi maggiori. Tyson è una icona della boxe e se si dovesse far male durante il match offrirebbe un’immagine altamente negativa di questa disciplina”.

Insomma, i dubbi restano, ma l’ora X s’avvicina. Con l’Italia che avrà un motivo in più per guardare la grande serata di Arlington: Armando Casamonica, campione italiano dei superleggeri (14-0 di record) sfiderà Lucas Badhi (italo-canadese, 17-0) in uno dei sottoclou della riunione.

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