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Bufera arbitri, Aia verso il commissariamento: che succederà ora?

All'attuale presidente Franco Trentalange, una settimana di tempo per la "exit strategy" dopo aver "difeso il procuratore-narcos D'Onofrio"

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Al presidente dell’Associazione Italiana Arbitri Franco Trentalange è stata concessa una settimana per dimettersi. Questa, in breve sostanza, l’esito più scottante dell’indagini della Procura Figc sul caso Rosario D’Onofrio (il procuratore degli arbitri arrestato per traffico di stupefacenti), condotte da Alfredo Chinè.

Aia: verso la fine dell’era Trentalange

A Trentalange viene imputato di averlo protetto dalle accuse di “negligenza e inadeguatezza“. Una ingerenza, come si legge proprio dal responso della Procura Federale, che faceva sottendere un “rapporto personale evidentemente stretto tra D’Onofrio e Trentalange”. Fu lo stesso Trentalange, nel 2009, a indicare di D’Onofrio per la Disciplinare, poi a proporlo come Procuratore degli arbitri con l’Aia che, oggi, ha subito un enorme danno di immagine.

Il consiglio federale, le dimissioni di Trentalange e il commissariamento Aia

Oltre al traffico di stupefacenti, sul capo di D’Onofrio pesano anche le accuse di richieste rimborsi inaccettabili, con la falsificazioni di biglietti del treno da e per Roma. Il Consiglio federale che segnerà la fine del ciclo Trentalange è fissato a lunedì 19 dicembre: non certo per attendere la fine dei Mondiali, ma per concedere il tempo a Trentalange per una “exit strategy”. Se la situazione rimanesse tale, con l’Aia parte lesa diventerebbe così sempre più concreta l’operazione di commissariamento che, a questo punto, appare inevitabile.

La posizione di Gravina

Il Presidente della FIGC, Gabriele Gravina ha così convocato per il 19 dicembre un consiglio federale. Tra gli ordini del giorno, al punto 4, la “situazione Associazione Italiana Arbitri: provvedimenti conseguenti“. Insomma, si attendono provvedimenti e si attende anche la difesa di Trentalange visto che si tratta di indagini preliminari. Ci si aspetta anche le sue dimissioni che però per il momento non sono arrivate. “Ho preso atto con stupore e amarezza del contenuto della comunicazione inerente la chiusura dell’istruttoria della Procura Federale relativamente al caso D’Onofrio anche se è bene precisare che non si tratta di un deferimento a mio carico. In tal senso ho chiesto di essere sentito con estrema sollecitudine dal Procuratore, Dott. Giuseppe Chinè, non solo a mia tutela ma soprattutto nell’interesse di tutta l’Associazione Italiana Arbitri. Tengo a chiarire che non ho nessuna intenzione di dimettermi”.

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