I cosiddetti “esuberi” nel calcio italiano sono 161: calciatori che non rientrano nei progetti tecnici dei rispettivi club e che sono in attesa di una chance per rilanciarsi. Un numero decisamente corposo, fatto di giocatori che non sono più considerati centrali nei progetti delle società di appartenenza ma che possono rappresentare un’opportunità per realtà diverse da quelle attuali. Potenziali occasioni in vetrina per chi vuole scommettere sulla loro voglia di riscatto e li valuterà come funzionali ai propri piani tecnico-tattici.
- Giocatori in uscita: i nomi più suggestivi
- La Fifa alla ricerca di una regolamentazione contro gli esuberi
- Le seconde squadre possibile ancora di salvezza
Giocatori in uscita: i nomi più suggestivi
Nomi illustri sfogliando le pagine dei calciatori in vendita: da Origi del Milan, passando per Correa dell’Inter, Shomurodov della Roma e Basic della Lazio, fino ad arrivare ad Amrabat della Fiorentina. Grandi talenti assopiti sulla stessa barca di chi, come Soulé, ha dimostrato nel campionato scorso di che pasta è fatto e sembra destinato a salutare la Juve. Ma non sono solo le grandi firme ad stuzzicare le fantasie. Una schiera così numerosa da suggerire alla Fifa di regolamentare i prestiti verso l’estero: da questa stagione non si potranno cedere a titolo temporaneo più di 6 giocatori.
La Fifa alla ricerca di una regolamentazione contro gli esuberi
Un escamotage per disincentivare lo shopping compulsivo delle società, chiamate così a evitare di tesserare calciatori su calciatori per poi parcheggiarli un’estate dopo l’altra. Il limite finora non valeva per gli Under 21 formati nel club e non riguarda i trasferimenti interni. La Fifa tre anni fa aveva chiesto alle federazioni di adeguare il regolamento anche per i trasferimenti nazionali, la FIGC non lo ha fatto: ha tempo fino al 1° luglio 2025, ma potrebbe anche scegliere di fissare il limite a un numero più alto. L’obiettivo sarebbe quello di evitare l’effetto: “Costi troppo perché qualcuno ti compri, ma vali troppo poco per giocare ad alti livelli”. Quindi, vieni girato in prestito fino alla scadenza del contratto.
Le seconde squadre possibile ancora di salvezza
Casi che sono piuttosto tipici per quanto riguarda i giocatori che firmano un contratto da professionisti dopo essere già “invecchiati” in Primavera. In Serie A è un classico vedere i giovani mandati “a farsi le ossa” in Serie C (vedi Camarda col Milan futuro) poi in Serie B e in un club di Serie A che punta a salvarsi. Le così bistrattate seconde squadre possono essere, perciò, una delle vere soluzioni ma, con l’obbligo di mandare in campo una squadra Primavera e i costi legati all’organizzazione di un club di C, non sono alla portata di tutti. Acquisti sbagliati e giovani mai ritenuti troppo pronti: tutti un imbuto di scontenti in attesa perenne di una nuova sistemazione.