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Calciopoli, Cellino e l'indagine Figc aperta dopo l'inchiesta Report: ecco com'è andata a finire

Le clamorose dichiarazioni di Cellino a Report avevano portato alla riapertura di un fascicolo su Calciopoli, ma l'indagine è stata archiviata per prescrizione.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

L’inchiesta della trasmissione Report, le confidenze raccontate da Massimo Cellino al giornalista Daniele Autieri, le ombre che si addensano su un passato che sembrava essersi dissolto nella cenere e che invece è tornato sotto la luce di telecamere e riflettori. La Procura della Figc aveva deciso di aprire un’indagine, lo scorso aprile, dopo la messa in onda di una puntata di Report, in particolare sulla base delle rivelazioni dell’attuale presidente del Brescia, all’epoca al timone del Cagliari e vice presidente della Lega Calcio: un’indagine che si è chiusa con un nulla di fatto.

Calciopoli, le clamorose dichiarazioni di Cellino a Report

Ma che aveva detto Cellino al suo interlocutore? Aveva raccontato di faldoni compromettenti bruciati in fretta e furia prima di una perquisizione della Guardia di Finanza nella sede della Lega Serie A risalente al 2006, allo scoppio del ciclone Calciopoli:

“Scesi in cortile e c’era un bidone di ferro, presi un po’ di trielina e ci ficcai dentro il faldone delle fideiussioni false. Il giorno dopo, quando arrivarano quelli della Guardia di Finanza e perquisirono tutto, il faldone non c’era più”.

L’indagine Figc nata dalle rivelazioni di Cellino in tv

Le dichiarazioni di Cellino hanno portato all’apertura di un’indagine da parte della Procura Figc, nel corso della quale l’ex vicepresidente della Lega ha minimizzato e ritrattato buona parte delle sue dichiarazioni. In sostanza, come riportato da diverse testate, Cellino ha chiarito di non aver concesso una vera e propria intervista al giornalista di Report, ma di avergli girato delle confidenze nel corso di un’interlocuzione privata e amichevole, a telecamere che credeva spente. I documenti bruciati? Non riguardavano – ha assicurato Cellino – società di calcio. La perquisizione della Guardia di Finanza? Mai avvenuta.

Dietrofront Cellino, indagine archiviata e in prescrizione

Un dietrofront in piena regola, dunque, di fronte al quale l’indagine del procuratore federale Chiné si è inesorabilmente arenata. Peraltro, sarebbe stato difficile anche sotto il profilo normativo riaprire effettivamente un procedimento risalente a 17 anni prima e ormai finito in prescrizione, secondo i dettami dell’articolo 40 del Codice di Giustizia Sportiva della Figc. Lo scorso 2 agosto, a quanto si apprende, il procedimento disciplinare è stato archiviato, decisione confermata venti giorni dopo dal parere conforme della Procura Generale dello Sport presso il Coni. Insomma, nulla di fatto per Cellino: ecco invece come stanno andando le cose per il suo Brescia in Serie B.

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