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Cannavaro, l'ultimo flop in panchina del Pallone d'oro: esonerato anche dalla Dinamo Zagabria

La carriera da tecnico dell'ex difensore azzurro non decolla: chiamato a fine dicembre per puntare al tiolo, il club croato con lui è peggiorato

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Ultima fermata Zagabria. Si ferma sul nascere anche l’ultima avventura da allenatore di Fabio Cannavaro, che è stato esonerato dalla Dinamo tre mesi e mezzo dopo il suo arrivo sulla panchina croata. Decisivo il sofferto pareggio nell’ultima gara di campionato contro il Varadzin ma non solo: non sono piaciute alcune mosse dell’ex Pallone d’oro, volato in Italia per partecipare a spot pubblicitari nel momento più difficile.

Il comunicato della Dinamo

Questo il comunicato della Dinamo Zagabria

“Da mercoledì l’allenatore italiano Fabio Cannavaro non è più l’allenatore della prima squadra della Dinamo. Ha trascorso poco più di tre mesi sulla panchina del club e ha guidato la squadra in 14 partite ufficiali e tre amichevoli. Vogliamo ringraziare di cuore il coach Cannavaro per il suo straordinario impegno, la sua dedizione e la sua cordialità. Gi auguriamo tutto il meglio per il suo futuro percorso sportivo e di vita. Per il resto della stagione la squadra sarà temporaneamente guidata dall’attuale vice allenatore Sandro Perkovic”.

L’avventura di Cannavaro alla Dinamo

“Non ho risposto subito sì perché speravo in una chiamata dall’Italia. Ma non potevo aspettare all’infinito…Nessuno mi ha cercato in Italia Qualcuno ha detto che ho poca esperienza, come se giocare e allenare in Spagna, Cina, Arabia, Dubai non sia importante. Amo l’Italia, la Serie A è il torneo più difficile dopo la Premier, e un giorno tornerò. Vengo alla Dinamo per vincere il campionato: qui se non si vince hai fallito. E poi per far crescere i giovani: non ci sono grandi budget, ma si cercano quelli di prospettiva. Ho un contratto fino a giugno 2026, poi vedremo”. Queste erano state le parole di Cannavaro lo scorso dicembre, quando accettò la sfida di allenare la Dinamo.

Era stato chiamato per accorciare il divario in classifica con le prime due del campionato (Hajduk e Rijeka), che invece con lui è aumentato. La Dinamo non è riuscita a difendere il titolo e, di conseguenza, non giocherà in Champions League il prossimo anno. Cannavaro ha vinto sette volte in 14 partite, e ha subito cinque sconfitte, con una media di 1,64 punti a partita, ventidue gol fatti e ventuno subiti. Unica gioia il successo in Champions per 2-1 contro il Milan, mentre nella coppa nazionale è stata eliminata dall’NK Osijek ai quarti di finale.

La polemica per gli spot in Italia

Oltre ai risultati ha pesato la decisione dell’allenatore di rispettare i suoi contratti di sponsorizzazione, volando in Italia nei momenti più difficili, come la settimana scorsa, per cui è stato criticato praticamente da tutti.

Una carriera tra poche luci e molte ombre

Se da giocatore ha vinto tutto con la Juventus, il Real Madrid e la nazionale italiana, da allenatore la sua carriera non è mai decollata. Ha fatto bene da vice di Lippi in Cina, poi si è messo in proprio con il Tianjin Quanjian e il Guangzhou Evergrande, poi una brutta esperienza all’Al Nassr (“Ero all’Al Nassr, la squadra dove adesso gioca Ronaldo. Altri tempi: andammo via quasi tutti perché non ci pagavano gli stipendi. Raccontarlo ora sembra un paradosso”) e la prima panchina in Italia, al Benevento.

Con i sanniti doveva riportare la squadra in A ma fu esonerato dopo 17 gare in cui aveva racimolato solo 3 vittorie, con la squadra in piena zona serie C. Fu poi chiamato dall’Udinese nel 2024 per le ultime sei gare. Debuttò con la Roma per giocare solo 18′ da recuperare dopo che il match era stato interrotto sull’1-1 per il malore di Ndicka e riuscì egualmente a perdere. Ottenuta la sofferta salvezza con i friulani non fu confermato e manifestò tutto il suo disappunto. Ora un’altra delusione: in campo era davvero tutto diverso per lui ma la panchina – per lui che fino a poco fa si proponeva ancora per il Napoli e la Nazionale italiana – è tutt’altra cosa.

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