Con un colpo ad effetto degno della sua creatura letteraria J.W.Rowling è tornata a pungere Imane Khelif, la pugile algerina che a Parigi durante le Olimpiadi aveva scatenato polemiche in serie per la sua intersessualità e che aveva costretto al ritiro dopo neanche un minuto l’azzurra Angela Carini.
La denuncia della Khelif
Dopo aver vinto la medaglia d’oro ai Giochi la Khelif, che in quei giorni aveva letto e sentito di tutto sul suo conto, aveva deciso di passare alle vie di fatto, dando mandato al suo legale di sporgere una denuncia per cyberbullismo nei confronti di diversi soggetti – tra cui nomi vip come quelli di Elon Musk e J.K.Rowling – e la procura di Parigi aveva aperto un’indagine per “molestie informatiche e insulti pubblici a causa del genere, istigazione pubblica alla discriminazione e insulto pubblico a causa dell’origine”.
Le accuse dell’avvocato della pugile
“I primi autori del cyberbullismo ai danni di Imane Khelif sono personalità politiche e personaggi pubblici che hanno usato i propri account sulle piattaforme social in questa campagna contro la mia cliente. In tal caso il problema dell’identificazione non si pone, essendo ben noti – aveva spiegato Nabil Boudi, l’avvocato del foro di Parigi della pugile algerina iperandrogina al centro di un caso internazionale sul suo diritto di partecipare al torneo femminile di boxe. Le prove dell’aggressione online ai danni di Khelif “sono principalmente le pubblicazioni sulle diverse reti sociali – ha detto l’avvocato Boudi -. Con un contenuto circostanziato, ripetuto, gli attacchi sul suo fisico, il suo genere, la sua nazionalità, sulla sua immagine in generale e sulla sua qualità di donna. Ciò che ha subito la mia cliente è incontestabile”. Secondo il legale si tratta di contenuti “aggressivi, misogini e razzisti e la stragrande maggioranza degli attacchi è arrivata dall’estero. Il nostro obiettivo è difendere l’onore di Khelif”.
La denuncia del legale di Khelif, Nabil Boudi, è stata presentata contro le piattaforme social, tra cui X, anziché contro un autore specifico. Una formulazione comune nella legge francese che lascia agli inquirenti il compito di determinare quale persona o organizzazione potrebbe essere ritenuta colpevole. Tuttavia secondo Variety, che ha sentito il legale di Khelif, sia Elon Musk che J. K. Rowling sono citati nella denuncia. In un messaggio ai suoi 14.2 milioni di follower, l’autrice di Harry Potter aveva pubblicato una foto dell’incontro di Khelif con Carini, accusando la prima di essere un uomo e scrivendo: “Il sorrisetto di un maschio che sa di essere protetto da un establishment sportivo misogino che gode del disagio di una donna che ha appena preso dei pugni in testa, e la cui ambizione della vita è stata appena frantumata”.
La reazione della scrittrice
A seguito della denuncia la Rowling aveva cancellato 27 post critici nei confronti della pugile su X/twitter, mantendendo un rigido silenzio per settimane ma ora è tornata a scrivere sui social e a pungere. Velenoso il suo tweet. “È importante sottolineare che lanciare una campagna di pubbliche relazioni e applicare strati di trucco spesso richiede molto più tempo e impegno rispetto alla semplice pubblicazione dei risultati di un test del DNA”. Il riferimento della battuta è alla recente foto postata dalla Khelif dove appare truccata. Un’operazione di ritocco estetico, che per la Rowling ha sicuramente comportato delle lunghe sedute di trucco e “parrucco”.