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Cavese promossa in Serie C: dal colpaccio di San Siro al ritorno tra i professionisti

A più di 41 anni dal successo in trasferta per 1-2 contro il Milan di Castagner, gli Aquilotti centrano la promozione in Lega Pro: segreti del club

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Pietro De Conciliis

Pietro De Conciliis

Giornalista

Giornalista pubblicista e speaker radiofonico, per Virgilio Sport si occupa di calcio con uno sguardo attento e competente sui campionati di Serie B e Serie C

La Cavese torna nel calcio che conta e lo fa al termine di una cavalcata straordinaria, che ha condotto la squadra di Raffaele Di Napoli fino alla promozione diretta in Serie C. Un successo dedicato alla figura di Catello Mari, figlio del progetto guidato dal presidente Alessandro Lamberti e del lavoro del direttore Pasquale Logiudice, che ha visto nell’ex tecnico del Giugliano l’uomo giusto per sostituire Daniele Cinelli nel mese di gennaio. Per una squadra capace di espugnare San Siro nella sua storia, legittimo non porsi limiti.

La cavalcata trionfale della Cavese: da Cinelli a Di Napoli

21 vittorie, 6 pareggi, 4 sconfitte e +28 di differenza reti, in 31 partite disputate. E un rush finale che sa di “passerella”, in vista di palcoscenici prestigiosi. Basterebbero questi numeri per descrivere e illustrare la meravigliosa stagione della Cavese. Una stagione che ha vissuto anche i suoi momenti delicati, una stagione che non è sempre stata “tutta rosa e fiori”. L’allontanamento, tanto improvviso quanto inaspettato, di mister Daniele Cinelli, con il successivo ingaggio di Raffaele Di Napoli e uno spogliatoio che non ha perso consapevolezza, maturità e valori.

Una vittoria ottenuta con quattro giornate d’anticipo e una città che dimentica la cocente delusione della passata stagione, con lo spareggio di Vibo Valentia perso contro il Brindisi di Ciro Danucci. Una tifoseria che non si è persa d’animo, così come la società presieduta dall’Avv. Alessandro Lamberti, bravo a centrare il bersaglio grosso al secondo campionato utile, dopo aver sostituito il patron Santoriello all’alba della stagione 2022/23. Un playoff vinto, seguito da un salto di categoria mancato, e un girone G di Serie D dominato in lungo e in largo.

Nel segno di Catello Mari, trait d’union con la Juve Stabia

Un’annata nel segno di Catello Mari. L’uomo capace di unire due città, due tifoserie: Cava de’ Tirreni e Castellammare di Stabia, entrambe chiamate al salto di categoria e a festeggiare campionati incredibili, ma soprattutto vincenti. Stabiese di nascita, cavese d’adozione, Catello Mari era il classico numero 6, tutto cuore e polmoni, capace di far innamorare tifosi ed appassionati grazie a spirito, attaccamento e senso di appartenenza. Fu strappato alla vita troppo presto, il 16 aprile 2006, quando fu coinvolto in un bruttissimo incidente stradale all’età di 27 anni.

Da lì, il suo ricordo (così come la sua maglia numero 6) è rimasto vivo nel cuore e nell’animo di ogni tifoso della Cavese e di tutta la comunità di Castellammare, che lo aveva visto muovere i primi passi nel mondo del calcio. “Curva Sud Catello Mari”, questo il coro che risuona tutte le domeniche allo “Stadio Simonetta Lamberti”, dove la tifoseria blu foncé continua a far parlare di sé in tutta Italia per colori, passione e vicinanza alla squadra, anche nei momenti di difficoltà.

Il gemellaggio tra le due tifoserie e il rispetto tra due società amiche, che hanno finalmente festeggiato i rispettivi salti di categoria. Bellissimo, peraltro, il messaggio con dedica della Cavese dopo la promozione della Juve Stabia: “Il Presidente, l’Amministratore Unico, i Vice Presidenti, il Direttore Generale, nonché tutte le componenti della Cavese 1919, – si legge – si congratulano con la S.S. Juve Stabia per la straordinaria vittoria del Girone C di Lega Pro. Una promozione in Serie B arrivata all’indomani del ritorno tra i professionisti della nostra Cavese. Due trionfi nel nome e nel ricordo di Catello Mari, capace di unire due città e due splendide tifoserie”.

Il colpaccio di San Siro, il sogno è il ritorno in Serie A

La Cavese corsara a San Siro? È successo anche questo nella storia ultracentenaria degli Aquilotti, capaci di sbancare il “Meazza” con il punteggio di 1-2, nel lontano 7 novembre 1982. Un’autentica impresa quella dei ragazzi di Piero Santin, in grado di espugnare la Scala del Calcio e di battere il più quotato Milan di Castagner, che poteva vantare calciatori del calibro di Franco Baresi e Aldo Serena (solo per citarne alcuni, ndr). Furono i gol di Tivelli e Di Michele a stendere i rossoneri, passati in vantaggio al 23′ con la rete di Jordan. Rimonta, vittoria storica e foto al tabellone, diventata virale anche sul web in era moderna, ogni qualvolta si ricorda il clamoroso successo blu foncé. Un risultato che resta lì, impresso negli almanacchi, al di là della retrocessione finale.

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