Avevamo lasciato la Champions League con lo sguardo sorridente di Pep Guardiola che era riuscito finalmente a mettere le mani su un trofeo che inseguiva dai tempi di Barcellona. La ritroviamo oggi, sebbene in fase ancora embrionale, con una lotta serrata per prenderne parte. Ci ha messo poco, al secondo turno preliminare, il Copenaghen per sbarazzarsi di un modesto Breidablik con punteggio complessivo tra andata e ritorno di 8-3 in favore dei danesi. La storia da raccontare in questo caso è però un’altra.
Il sogno del padre spezzato dal figlio
Tu quoque, Brute, fili mi! Nei panni di Bruno si è trovato il 18enne islandese Orri Steinn Óskarsson autore di una tripletta. Fin qui tutto bene, anzi complimenti a questo giovane ragazzo che ha saputo sfruttare la vetrina internazionale segnando i suoi primi gol in Europa. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che li ha realizzati contro la squadra allenata da suo papà estromettendola, di fatto, dalla competizione. Insomma, se da un lato può essere stato un motivo di vanto per Óskar Hrafn Thorvaldsson, tecnico del Breidablik, dall’altro inevitabilmente c’è un po’ di amarezza per un sogno che svanisce. E per mano proprio del figlio che cinque anni prima lanciò nel mondo del calcio.
I dieci minuti di Óskarsson per un Copenaghen troppo forte
La verità è che il Copenaghen avrebbe lo stesso passato il turno: la differenza in campo tra le due compagini, anche in termini di esperienza, è stata evidente. Tuttavia, il destino beffardo ci ha messo lo zampino costruendo attorno ad un match senza storia dei contorni amarognoli. Tra l’altro Óskarsson ci ha impiegato appena dieci minuti per una tripletta che ha definitivamente affossato le speranze degli islandesi nonché quelle di suo padre. Anche questa è la Champions League un torneo esaltante che talvolta si diverte a raccontare storie come questa. Così il Copenaghen va avanti, il Breidablik deve rinviare la chance di vivere l’Europa che più conta ad un’altra occasione. Chissà che queste reti non possano servire al baby attaccante per costruirsi un futuro ancora migliore. Allora sì che ne sarebbe valsa la pena.