Una maratona di una bellezza rara, una perla da incastonare nella giovane ma sempre più entusiasmante carriera di Jannik Sinner. Che a Cincinnati centra la prima finale nel Masters 1000 dell’Ohio, solitamente senza avaro di soddisfazioni, superando per 7-6, 5-7, 7-6 Sascha Zverev dopo tre ore abbondanti di pura battaglia fisica e mentale. È una vittoria che pesa come un macigno: l’italiano si mantiene saldo nella vetta del ranking, anestetizzando anche il ritorno del rivale tedesco, ma soprattutto conferma di saper lottare eccome anche quando tutto sembra remare in direzione contraria. E de questa deve essere la prova generale per gli US Open, la strada è davvero quella giusta.
Due ore e mezza di ritardo per Sinner-Zverev
La semifinale più attesa del programma dell’ultimo Masters 1000 prima degli US Open scatta con due ore e mezza di ritardo, complice la pioggia che inguaia gli organizzatori e sposta avanti con le lancette la sfida tra Pegula e Badosa (vinta al terzo dall’americana). Alla fine, al netto di previsioni meteo incerte, Sinner e Zverev vanno regolarmente in campo, con l’altoatesino che parte forte al servizio tenendo la battuta a zero nel primo game e poi obbligando il tedesco a salvarsi con un ace per evitare guai nel secondo. Ma nel terzo gioco basta una palla break a Zverev per scappare: è pacchiano l’errore col dritto di Sinner, che dosa male la potenza e regala al rivale l’opportunità di mettersi a menare le danze. Una palla break Jannik non la sfrutta già nel quarto gioco, con Sascha che deve faticare più del previsto a controllare i propri game al servizio. Poi però sul finale di set Sinner aumenta i giri del motore e proprio quando Zverev si ritrova a servire per chiudere i conti ecco che arrivano due palle break: la prima il tedesco l’annulla con uno slice semplicemente delizioso, sulla seconda però inopinatamente s’addormenta e lascia passare una palla che erroneamente ritiene essere lunga, rinunciando a un comodo smash e regalando a Sinner (vorace sotto rete) di impattare a quota 5.
Sinner vince il tie-break
L’epilogo più naturale è al tiebreak, che si apre con un minibreak a testa. Jannik tiene bene i due successivi servizi andando avanti sul 3-2, ma in quel momento la pioggia torna a scendere copiosa e il giudice di sedia manda tutti negli spogliatoi. Si riparte dopo mezz’ora e lo spettacolo regna sovrano: nessuno cede di un’incollatura, dritti e rovesci si inseguono offrendo uno spettacolo per palati fini. Poi entrano prime come se piovesse e nessuno riesce a sfruttare il match point sul servizio del rivale. Un rovescio in rete di Zverev però rompe l’equilibrio e con due dritti uno più bello dell’altro Sinner si prende il set per 11-9, prendendosi gli applausi del pubblico che sentitamente ringrazia.
Quante occasioni sprecate nel secondo set
Il secondo set si apre all’insegna dell’equilibrio, con percentuali al servizio alte che di fatto impediscono a entrambi di arrivare a raccogliere palle break. Ma appena Sinner alza il piede dall’acceleratore sono guai: Zverev spinge col diritto e trova altre due palle per strappare il servizio all’italiano, facendosi bastare la prima. Solo che stavolta la reazione di Jannik è furente: contro break a zero e poi game solido per confermare la nuova parità raggiunta a quota 3. Sascha risponde con un game intonso dove stampa due ace e un paio di prime efficacissime, e in generale sui suoi turni di servizio si mostra solidissimo. E quando un altro tiebreak sembra sullo sfondo, ecco che nel dodicesimo gioco arriva il patatrac: Zverev gioca un game praticamente perfetto in risposta e chiude un filotto di 8 punti a zero strappando nuovamente la battuta e prendendosi il secondo set per 7-5.
Finale da infarto
In una situazione simile molto si sarebbero dati per vinti, lasciandosi trasportare dall’inerzia di un match ormai segnato. Ma Sinner ha la scorza dura: reagisce mentalmente prima ancora che fisicamente, col tedesco che tira a tutto braccio ma incapace di rispondere nuovamente con la giusta continuità . Anche perché Jannik aumenta i colpi al servizio, tenendo spesso a zero l’avversario nei game sul proprio servizio. La partita così si decide ancora una volta al tiebreak, e stavolta Sinner concede solo una sbavatura a uno Zverev che, incredulo, deve capitolare su un paio di soluzioni che fanno sobbalzare sul letto i pochi temerari che alle 3 del mattino sono ancora incollati alla tv. Ma ne vale la pena perché il match è bellissimo, impreziosito da alcuni colpi di pura antologia. Alla fine la chiude Sinner 7-4: altra vittoria di spessore, altra prova di carattere assoluta dopo una maratona durata oltre tre ore effettive. Spicca il 93% di punti vinti con la prima nel terzo set, ma in generale entrambi hanno dato fondo a tutte le energie. L’assalto di Sascha al trono di Jannik per ora può attendere: lunedì sera sarà finale contro uno tra Rune e Tiafoe. Ma sarà Sinner l’uomo da battere.