Domani alle ore 15, Italia e Olanda proveranno a dare un sapore diverso alla loro Final Four di Nations League. Dopo le sconfitte con Spagna e Croazia, le due nazionali si contenderanno al “De Grolsch Veste”, stadio di casa del Twente, situato a Enschede, il terzo posto nella più giovane competizione per nazionali targata UEFA. Scopriamo i segreti degli Oranje guidati in panchina da Ronald Koeman.
- Olanda alla ricerca del riscatto
- La qualità non manca
- Impostazione dal basso e mancanza di idee
- Velocità e imprevedibilità in attacco
- Fattore calci piazzati
- Difesa da rivedere
Olanda alla ricerca del riscatto
Scottati dopo il clamoroso quanto meritato ko 4-2 ai supplementari contro la Croazia, gli olandesi vorranno a tutti i costi fare bella figura davanti al proprio pubblico e prendersi il terzo posto in Nations League. Al termine della semifinale che ha premiato Modric e compagni, Koeman non aveva nascosto la propria preoccupazione, ammettendo una mancanza di maturità e qualità nei suoi. Un’affermazione da contestualizzare, visto che di fronte, gli Oranje avevano una nazionale esperta e capace di grandi cose in questi anni come quella croata.
La qualità non manca
Ma le parole di Koeman non devono, però, trarre in inganno. Non è un caso, infatti, che prima dell’inizio delle Final Four, i bookmakers dessero gli Oranje per favoriti. Anche perché, se è vero che questa selezione ha ancora bisogno di crescere dal punto di vista dell’esperienza, infatti, di certo Koeman un po’ bara quando parla di mancanza di qualità. Con elementi del calibro di de Jong, Bergwijn, Gakpo e Simons, senza dimenticare Lang, obiettivo in passato del Milan e autore della rete del 2-2 che al 96′ ha costretto all’extra-time la Croazia, giusto per citare i primi che vengono in mente, questa nazionale ha le carte in regola per fare male a chiunque.
Impostazione dal basso e mancanza di idee
Quello che ha, però, evidenziato la gara con la Croazia è una mancanza di idee e di gioco alquanto disarmanti. Troppo spesso, difatti, durante la sfida con l’undici di Zlatko Dalić, gli olandesi si sono limitati ad affidare le proprie azioni offensive a lanci lunghi dalle retrovie. Una costruzione dal basso a cui, se si aggiunge la serataccia di van Dijk e Aké, viene naturale capire come la Croazia abbia avuto vita facile.
Velocità e imprevedibilità in attacco
Come detto, però, la qualità non manca e il 4-3-3, che all’occorrenza passa al 4-2-3-1 con l’avanzamento di Koopmeiners nei tre dietro la prima punta, può mettere in difficoltà la nazionale di Roberto Mancini. Un vero e proprio centravanti di ruolo, escluso Weghorst (che dovrebbe partire dalla panchina), non esiste e a darsi il cambio come riferimento in avanti ci pensano Malen e Gakpo, in un attacco tutta velocità e guizzi, come si è visto in occasione della rete dello stesso Malen che ha aperto il match con la Croazia.
Fattore calci piazzati
Attenzione, poi, ai calci piazzati, con lo specialista de Jong e l’atalantino Koopmeiners che possono fare male o cercare di pescare qualche compagno in area. I centimetri non mancano di certo, da van Dijk a Botman, passando da Weghorst e Aké, l’attenzione deve essere sempre mantenuta alle stelle.
Difesa da rivedere
Tra le note meno liete di questa Olanda c’è certamente la retroguardia, ancora alla ricerca di automatismi. Il 4-3-3 costringe, inoltre, Dumfries a restare un po’ troppo bloccato dietro, non esaltandone di certo le qualità in un momento che vede l’esterno dell’Inter non già al top. Non benissimo nemmeno Bijlow e Geertuida apparsi poco precisi in più di un’occasione contro la Croazia. Non è un caso se, in vista della finalina con l’Italia, i dubbi maggiori per Koeman siano proprio nella retroguardia.