Il Genoa in Serie B è una realtà atipica, talmente rara che non la si vedeva da ben 15 stagioni. L’ultima volta il grifone accompagnò addirittura Juventus e Napoli nella promozione, nell’unico campionato cadetto senza playoff dopo la loro introduzione, avvenuta nel 2003/04.
Le ultime annate, però, sono state contraddistinte da tante difficoltà per quello che è l’undicesimo club della tradizione sportiva italiana.
Molte cose, tuttavia, sono cambiate nel periodo recente del club ligure, il più antico in Italia, vincitore di nove scudetti.
È arrivata una proprietà straniera, l’americana 777 Partners, che ha deciso di investire sia per l’immediato ritorno in A che in progetti paralleli, sia in ambito calcistico (il Genoa Woman, tanto per citare qualcosa in cui gli americani credono tanto), ma anche a sociale e culturale.
Certo è, comunque, che tornare in Serie A sia una conditio sine qua non per far fede al proprio progetto di crescita.
Ad oggi, il Genoa è secondo in B e, a sei giornate dalla fine, è stata ormai delineata una lotta a due per la promozione, con la prima destinata a finire in tasca al Frosinone capolista.
Sarà il Bari a cercare di strappare ai liguri il pass per la prossima A, in un duello fra piazze ambiziose e calorose, le prime due per tifosi allo stadio, sia in casa che in trasferta.
- La svolta con Gilardino in panchina
- Perché il Genoa è stato penalizzato?
- Massimo Coda, garanzia di doppia cifra
- Albert Guðmundsson, un geyser di talento
- È stata la mano di Josef Martinez
- I talenti della Primavera
- Il Guasto d’Amore della Gradinata Nord
La stagione del grifone, comunque, non è stata semplice, anzi. Fino alla 15esima giornata solo per due volte il Genoa è stato in zona promozione (giornate 11 e 12), scivolando spesso e volentieri addirittura fuori dal podio. Un rendimento che ha fatto vivere i fantasmi ai tifosi genoani, anche per quelli che sono i precedenti storici: su nove volte in cui i liguri sono retrocessi dalla B alla A, solo una volta (e per giunta nel 1933-34) il Genoa è riuscito nell’immediata risalita.
La svolta con Gilardino in panchina
A cambiare l’annata di Coda e compagni è stata la promozione ad allenatore della Prima squadra di Alberto Gilardino.
Il mister classe 1982 stava facendo una stagione strepitosa con la Primavera: con una media di 2,69 punti a partita, i giovani rossoblu, imbattuti sotto la sua guida, stavano volando nel campionato di Primavera 2.
Tuttavia, il ko interno con il Cittadella a inizio dicembre ha sancito l’esonero Alexander Blessin e per sostituirlo, la società, presieduta dal dottore Alberto Zangrillo, ha voluto scommettere sull’ex bomber di Biella, inizialmente nominato ad interim.
Il campione del Mondo 2006 si è guadagnato sul campo la conferma fino a fine stagione, conquistando dieci punti in quattro partite, fra cui i big match contro Bari e Frosinone.
Ed è lì gira (o forse meglio dire Gila) la stagione del Genoa. I numeri parlano chiaro: i rossoblu sono imbattuti da due mesi, con l’ultimo ko – l’unico nel 2023 – che risale alla trasferta di Parma dello scorso 5 febbraio.
La media punti è passata dall’1,53 dell’era Blessin al 2,24 dell’ex attaccante rossoblu, il grifone ha risalito la classifica e, a partire dalla ventiquattresima giornata, si è preso il secondo posto senza più mollarlo, nonostante la penalizzazione di un punto arrivata a febbraio.
Perché il Genoa è stato penalizzato?
Lo scorso 13 febbraio è arrivato per i rossoblu il segno meno in classifica, con la decisione della Procura Federale della Figc di togliere un punto al club rossoblu a causa di mancati adempimenti di parte dei versamenti delle ritenute Irpef di settembre e ottobre 2022.
Il Genoa ha scelto di patteggiare dopo aver ricevuto il deferimento, dal momento che, in realtà, solo parte dei versamenti dovuti non era stata effettuata.
Questo ha fatto sì che la penalizzazione venisse depotenziata: solitamente, infatti, sono almeno due i punti che vengono sottratti in casistiche come questa.
Il -1 in classifica, in ogni caso, ha avuto un impatto minimo sul percorso dei ragazzi di Gilardino che, nel girone di ritorno, hanno accelerato, anche per merito degli uomini di maggior qualità, a partire da Massimo Coda.
Massimo Coda, garanzia di doppia cifra
Dopo un periodo non brillantissimo nelle ultime settimane il Genoa ha potuto registrare il ritorno a determinati standard di rendimento dell’ex Lecce e Benevento.
Dopo due mesi senza gol e con un infortunio in mezzo, il bomber scelto in estate dal Genoa è tornato in campo e al gol contro la Reggina, bissando subito la marcatura anche a Como.
Due gol che gli sono valsi la doppia cifra per la terza stagione consecutiva in Serie B: nel 2020-21 Coda timbrò per 22 volte a Lecce, l’anno dopo sempre in Salento si fermò a 20, quest’anno con sei gare da giocare ha toccato al Sinigaglia quota 10.
È la prima volta in carriera che Coda si conferma per tre anni di fila, lui che viene da due Pablito in successione. E, a proposito di Pablito: sei reti lo separano dai leader attuali dei capocannonieri (Cheddira e Lapadula), non troppi se si considera l’attitudine realizzativa della punta di Cava de’ Tirreni.
Albert Guðmundsson, un geyser di talento
Lì dove Coda è la dinamite che deflagra, non ci si può però dimenticare di sottolineare la miccia del talento offensivo del Genoa, quell’Albert Guðmundsson consacratosi nell’annata in corso, dopo aver mostrato solo sprazzi della sua qualità nella stagione della retrocessione.
Lui, figlio e nipote d’arte: suo bisnonno materno era Albert Sigurður Guðmundsson. Giocò 14 volte per il Milan nella stagione 1948-49, segnando due reti. Poi il cammino in politica: fu Ministro delle Finanze e Ministro dell’Industria nel governo islandese.
Ma a calcio, con traguardi prestigiosi, ci hanno giocato anche il papà Guðmundur Benediktsson e il nonno Ingi Björn Albertsson, capaci di arrivare anche a segnare con la Nazionale islandese.
Quella in cui, invece, Albert fa fatica a imporsi: a marzo non è arrivata la chiamata per lui, gelato dal CT Arnar Vidarsson: «Non è pronto a tornare con noi secondo le condizioni che abbiamo deciso, che valgono per chiunque».
Al netto delle schermaglie con Vidarsson, però, Guðmundsson sta mettendo in mostra tutte le proprie qualità; estro, velocità di pensiero, tecnica: Albert, geyser di talento dell’attacco genoano, sta vivendo un campionato da autentico protagonista, con otto gol e cinque assist già a referto.
Il suo palcoscenico di destinazione non può certamente essere la Serie B, da cui è chiamato a uscire, portando sulle proprie spalle anche il grifone.
È stata la mano di Josef Martinez
E se è giusto sottolineare la verve offensiva di Coda e Guðmundsson, lo è anche parlare di chi è a guardia dei pali del Genoa. Per sostituire Sirigu, il Grifone in estate si è affidato a Josep Martinez, proveniente dal Lipsia.
Curriculum importante, passato anche dalla cantera del Barcellona, prima di finire un po’ in ombra nelle due stagioni in Germania, chiuse con un magro bottino di sole quattro presenze.
L’inizio della sua stagione, come per un po’ tutto il Genoa, non è stato semplice, anche per via di un leggero scetticismo da parte della tifoseria rossoblu.
L’arrivo di Gilardino, però, ha dato serenità anche a lui, che ha iniziato a imporsi come uno dei portieri più forti del campionato, mettendo a referto una striscia, ancora aperta, di imbattibilità casalinga.
L’ultimo gol subito da Martinez al Ferraris risale al 3 settembre 2022, nel pari 3-3 contro il Parma: fu Estevéz, all’89’, a bucare per l’ultima volta la porta del grifone a domicilio, da allora sono trascorsi addirittura 858 minuti.
Iconica è la parata su Canotto al minuto 95 di Genoa-Reggina: uno schiaffo al pallone calciato dall’esterno amaranto per salvare risultato. È stata la mano di Dio avrebbe detto il regista Paolo Sorrentino, è stata la mano di Josep hanno parafrasato i tifosi del Genoa.
I talenti della Primavera
Ma è un po’ tutto il Genoa targato 777 Partners che sta puntando su alcuni prospetti interessanti, affiancati dai vari Criscito, Badelj e Strootman, giocatori dal palmares di livello.
A testimonianza di ciò, la proprietà americana pagherà alla Juventus oltre cinque milioni di euro per il riscatto di Radu Dragusin. Vent’anni, romeno, colonna dell’imperforabile linea difensiva del Genoa, giocatore più utilizzato in stagione in casa genoana.
Tanto bene sta facendo anche Morten Frendrup, altro talento di provenienza scandinava, porzione di Europa che i rossoblu hanno imparato ad attenzione con cura.
E, se vi piacciono i talenti in erba, segnatevi i nomi di Luca Lipani e Federico Accornero.
Il primo è un classe 2005, cresciuto da tifoso nel settore giovanile rossoblu, esordiente con assist nel vittorioso match interno contro la Spal.
Il secondo, invece, è un interessante esterno offensivo del 2004 e ha assaggiato la Prima squadra nella sfida che il Genoa ha dominato in casa contro il Cosenza. Sono i primi Primavera portati fra i grandi da Gilardino, l’impressione è che non saranno gli ultimi.
Il Guasto d’Amore della Gradinata Nord
In un contesto sportivo che sta funzionando a meraviglia, va poi segnalato un piccolo guasto. No, nulla di negativo: stiamo parlando del “Guasto d’Amore” singolo del rapper genovese e genoano Bresh, salito in cima alle classifiche con un pezzo nato quasi per caso e dedicato alla sua fede per la maglia rossoblu.
Il brano sta divenendo quasi un rito a Marassi: un momento in cui il popolo della Gradinata Nord si erge in tutta la propria maestosa bellezza. I numeri al botteghino sono clamorosi, con una media pubblico (25.170 alla 33a giornata) sensibilmente migliorata rispetto alle ultime stagioni in Serie A, dove il dato top corrispondeva ai 22.359 dell’annata 2019-20.
Cifre pazzesche per la Serie B: il match più visto, quello contro la Reggina del 31 marzo, ha visto la partecipazione di 30.755 persone.
Non se ne vedevano tante, al Ferraris, dal 25 novembre 2018: era un derby della Lanterna, a cui assistettero 31.135 tifosi, una vita fa. A breve, poi, si toccheranno i 400mila spettatori stagionali totali per il Genoa in casa: attualmente sono 399.063, traguardo a un passo.
Ma non è un mero discorso numerico: “afflitto” dal suo Guasto d’amore, Marassi è tornato vibrante e colorato come non lo si vedeva da anni, in uno spettacolo di tifo che diventa regolarmente virale sui social.
E adesso un rush finale tutto da vivere. Genova, sponda rossoblu, sembra dunque essere tornata a palpitare, nell’attesa di una parte finale di stagione che sarà decisiva per l’agognato ritorno in Serie A.
Sei partite separano il Grifone dalla sperata e voluta promozione, che sarebbe il culmine di un’annata che ha sì regalato alti e bassi inizialmente, ma che poi si è evoluta in un cammino di indiscutibile solidità, specie nel 2023.