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Conte non dimentica l'esperienza all'Inter: "Non pensavo che potesse finire"

Intervistato da 'La Gazzetta dello Sport', il tecnico ricorda con piacere il biennio nerazzurro: "Abbiamo rovesciato una monarchia sportiva".

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Conte non dimentica l'esperienza all'Inter: "Non pensavo che potesse finire" Fonte: Getty Images

Non ci ha messo molto prima di trovare una nuova panchina, e d’altronde sarebbe stato strano il contrario: Antonio Conte è tornato in sella pochi mesi dopo il divorzio a sorpresa con l’Inter, prendendo in mano le redini di un Tottenham da ricostruire soprattutto a livello mentale e da portare al top nel campionato più bello del mondo, la Premier League.

Intervistato da ‘La Gazzetta dello Sport’, il tecnico salentino ha raccontato il pressing convincente della società londinese che alla fine ha ottenuto un nuovo condottiero dopo la brevissima parentesi targata Nuno Espirito Santo.

“Solo il fascino della Premier poteva convincermi a tornare in pista così presto. Quando il presidente Levy mi ha cercato la prima volta a giugno, l’avevo ringraziato ma non me l’ero sentita. Il biennio con l’Inter premiato con uno scudetto di cui nel tempo si capirà meglio la straordinarietà per la mole di lavoro svolta in soli due anni per vincerlo, abbattendo l’egemonia della Juve, aveva lasciato tante tossine da smaltire. Un lavoro totalizzante e durissimo, culminato nella gioia per il risultato raggiunto, ma anche nella grande delusione per il cambio di programmi e prospettive che hanno portato alla separazione. Avevo bisogno di staccare la spina. Ma quando Levy è tornato alla carica mi ha convinto dimostrando di volermi a tuti i costi. Nel suo progetto ho percepito la visione. Una parola a me molto cara…”.

La scelta di accettare la panchina del Tottenham è considerata la più stimolante tra tutte, più che in linea con il carattere ‘scomodo’ delle precedenti.

“Ho sempre preso squadre che venivano da momenti difficili, in cui si doveva ricostruire: la Juve era fuori dalle Coppe, la Nazionale era uscita ai gironi al Mondiale 2014, il Chelsea veniva da un decimo posto, l’Inter non vinceva dal 2010… Non ho mai fatto scelte comode, ma questa del Tottenham è certamente la più difficile e per questo anche la più stimolante“.

Finora il capolavoro della carriera da allenatore di Conte è lo Scudetto vinto con l’Inter, arrivato interrompendo il dominio della Juventus che lui stesso aveva avviato nel 2012.

“Ricreare il ciclo della Juve è stato duro, perché ce la giocavamo contro il Milan di Ibra, Nesta e Thiago Silva; contro l’Inter del Triplete e il Napoli di Cavani, Lavezzi e Hamsik… Ma il vero capolavoro è stato lo scudetto con l’Inter. In due anni abbiamo rovesciato una monarchia sportiva. Se non ci fossimo stati noi a interrompere il ciclo bianconero, la Juve sarebbe ancora lì davanti. Quando batti qualcuno, ne mini le certezze”.

Soltanto sei mesi fa era impensabile un addio all’Inter, ma il corso degli eventi ha fatto sì che maturasse la separazione al termine della scorsa stagione.

“No, assolutamente. Non pensavo potesse finire la mia avventura nerazzurra“.

Un pensiero, infine, anche sull’Italia e le difficoltà a fare goal che hanno maledettamente complicato la corsa verso Qatar 2022.

“Non abbiamo top player come Lukaku o Kane. Però non sviliamo Immobile. Per me resta imprescindibile. Viene sottovalutato il lavoro che fa: ogni partita invece corre più di tutti, attacca la profondità, lotta”.

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