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Coppa Davis, Berrettini si commuove: 653 giorni dopo è "come una prima volta”. Che regalo a Pietrangeli

Le dichiarazioni di un Berrettini commosso per il ritorno in Coppa Davis con tanto di vittoria in due set su Fonseca. Il tutto nel giorno del 91° compleanno di Pietrangeli, arrivato a Bologna per assistere agli azzurri

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Matteo Morace

Matteo Morace

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Dopo 653 giorni dall’ultima volta Matteo Berrettini è tornato a giocare un match con la casacca azzurra in Coppa Davis, battendo l’enfant prodige brasiliano Joao Fonseca davanti agli occhi di un Nicola Pietrnageli felicissimo nel giorno del suo 91° compleanno. In conferenza stampa l’ex n°6 del mondo ha raccontato le sue emozioni e sensazioni al ritorno in campo con la squadra italiana, per poi analizzare il match e il Belgio, prossimo avversario degli azzurri.

Berrettini: “Mi mancava questa sensazione, è stata come una prima volta”

Sono passati 653 giorni dall’ultimo incontro in Coppa Davis di Matteo Berrettini, che non nega l’emozione e la felicità per questo ritorno, che sa tanto di prima volta: “E’ stata una sensazione che mi mancava da tanto tempo per varie ragioni. E’ stata simile a una prima volta in Davis, ma non essendo giovane come Joao sapevo cosa aspettarmi dall’incontro, come iniziare e come restare concentrato sulle cose importanti: quella è stata la chiave del primo set. Sono davvero contento di essere qui, di aver giocato e di essermi goduto questa atmosfera”.

L’analisi della partita

Berrettini ha poi parlato dell’incontro con Joao Fonseca, avversario complicato anche perché mai incontrato prima in carriera: “Non sapevo cosa aspettarmi, con Joao non ci siamo neanche mai allenati, ma ho guardato dei suoi video e devo ammettere che è davvero bravo. A 18 anni io manco avevo un punto ATP. Ha fatto un percorso diverso e sono sicuro che migliorerà sempre, ha un gran futuro davanti a sé e gliel’ho detto anche in campo. Ho sentito un po’ di pressione in più perché perdere contro un ragazzo di quell’età e per di più in casa non sarebbe stato facile da spiegare, ma non ci ho pensato una volta sceso in campo. Ho pensato solo a dare il mio meglio ed è quello che sono riuscito a fare”.

Matteo ha poi parlato anche dell’unico vero momento di difficoltà nell’incontro, quando dopo essersi fatto recuperare il break ha iniziato nel peggiore dei modi il tie-break trovandosi sotto 4-0: “Ero dispiaciuto, avrei voluto vincere subito. Sul 4-0 al tie-break mi sono detto che sarei andata a vincerla al terzo, poi ho guardato i ragazzi che erano tutti in piedi a urlare e allora mi son detto ‘no, no, restiamo ancora qua’. Conquistati i due punti successivi ho sentito che ero tornato dentro al match. Questo è quello che facciamo: continuare a lottare, pensare alle cose positive e cercare di fare le cose che pagano e quindi giocare aggressivi e giocare solidi nei momenti giusti”.

L’urlo liberatorio dopo la vittoria

Impossibile non notare – e sentire – l’urlo di Berrettini, che ha spiegato così la sua esultanza: “C’era gioia, voglia di urlare con le persone che hanno assistito alla partita. Era un urlo di liberazione, di felicità per tante cose che sono successe e di cui non voglio più parlare. E’ passato un anno da quando venni qui a prendere ‘da fuori’ il calore del pubblico e oggi l’ho preso ‘da dentro’. Obiettivo raggiunto. Sono contento del risultato e del mio livello, ma è una competizione a squadre ed è importante pensare all’obiettivo comune che è il risultato, anche giocando male, anche essendo brutti, l’importante è portare il risultato a casa. Poi prestazioni come quella di oggi, importanti e solide, con un gran atteggiamento e tante belle emozioni regalano un qualcosa in più che mi rende ancora più contento”.

Berrettini il n°2 più forte in nazionale?

L’Italia di Coppa Davis è certamente una delle nazionale più profonde che ci siano, con tantissimi giocatori che ogni volta mettono in difficoltà il capitano Filippo Volandri al momento delle convocazioni, e anche il fatto che un giocatore del talento di Berrettini sia il nostro n°2 (ruolo che comunque si giocherà anche con Lorenzo Musetti quando il carrarino e Jannik Sinner torneranno) ne è una testimonianza: “Se sono il numero due più forte in una nazionale? Non lo so e non sta a me dirlo. Io se vengo chiamato per giocare scendo in campo e do il mio meglio. Quel che posso dire è che siamo campioni in carica e insieme agli USA la squadra che vanta più giocatori tra cui scegliere e chiunque giochi siamo davvero forti”.

Berrettini sul Belgio, prossimo avversario dell’Italia

Le ultime parole Matteo le dedica al Belgio, prossimo avversario dell’Italia: “Abbiamo seguito un po’ il tie break di ieri, non molto sinceramente. Se qualcuno ci avesse detto che il Belgio avrebbe vinto contro l’Olanda non ci avremmo creduto, ma questa è la Davis. Sapevamo che Bergs è un buon giocatore, Flavio lo ha affrontato a New York e anche nel doppio hanno ottimi interpreti. E’ la bellezza della Davis, specialmente in questo format”.

Che regalo a Pientrangeli per i 91 anni

Sugli spalti a seguire la squadra italiana e Berrettini c’era anche Nicola Pietrangeli – capitano della selezione che conquistò la prima Coppa Davis dell’Italia -, che proprio oggi festeggia il suo 91° compleanno. Il due volte campione slam è scattato in piedi con un bel sorriso di gioia sul viso alla vittoria di Matteo, che gli ha fatto certamente un bel regalo al suo ritorno in Davis insieme a Matteo Arnaldi, che ha regalato la vittoria all’Italia all’esordio contro il Brasile.

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