Hanno fatto molto scalpore in tutto il mondo, non solo della F1 e del motorsport, le parole di Helmut Marko, plenipotenziario della Red Bull. che aveva proposto di creare un camp tra tutti i piloti del team anglo-austriaco, compresi quelli dell’Alpha Tauri e dell’Accademy, per farli prendere il coronavirus aumentando così le difese immunitarie.
Le parole di Helmut Marko. In un’intervista con l’emittente austriaca Orf riportata dal magazine Motorsport il braccio destro del patron Red Bull, Mateschitz avrebbe detto: “Abbiamo quattro piloti di Formula 1 e otto o dieci conduttori junior. La mia idea era quella di organizzare un Camp in cui avremmo potuto fargli prendere il virus. I piloti sono tutti giovani, forti e in ottima salute. In questo modo arriverebbero preparati all’inizio della stagione”.
Frasi che hanno fatto gridare allo scandalo e che sono rimbalzate ovunque diventando virali ed esponendo Marko alle polemiche. La Red Bull, che comunque aveva scartato l’idea, in giornata è corsa ai ripari con una dichiarazione dapprima del suo team principal Chris Horner e poi dello stesso Marko che ha spiegato il senso delle sue parole.
Horner precisa. Come riportato dal sito specializzato formulapassion.it, nel corso di un’intervista rilasciata alla BBC, il team principal Red Bull, Christian Horner, ha detto: “Come Helmut ha spiegato, non ha ricevuto l’appoggio alle sue teorie dalla Red Bull. Diciamo che è stato un commento buttato là prima di capire seriamente la gravità della pandemia. I commenti di Helmut sono stati fatti prima di capire la severità della questione. Non è mai stata discussa o considerata come una proposta seria”.
Marko corre in difesa. E lui? Il buon vecchio Helmut ci ha messo una pezza dalle colonne di f1-insider: “Chiaramente non è vero, non voglio far infettare i miei piloti. È emersa questa cosa in maniera errata dall’intervista a causa dei tagli che hanno apportato al montaggio. Sono sicuro di aver contratto il virus a febbraio, un raffreddore durato dieci giorni – le parole riportate da formulapassion.it – Se una persona della mia età è sopravvissuta alla malattia, possiamo certamente affermare che dei giovani atleti ben allenati come i nostri piloti, devono avere meno paura delle conseguenze, da qui l’idea del campo“.