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Coronavirus, rischio chiusura stadi: la presa di posizione del Governo

Il Sottosegretario alla Salute Costa avvisa: "Il rispetto delle norme di sicurezza è indispensabile per non dover tornare a chiudere gli impianti".

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Le ultime settimane del 2021 sono coincise con la preoccupante risalita dei contagi da Coronavirus.

In tutta Europa i numeri sono tornati a salire esponenzialmente, compresi in qualche nazione anche la percentuale relativa all’occupazione dei ricoveri ospedalieri anche in terapia intensiva.

Coronavirus, trema anche la Serie A

L’Italia è uno dei paesi nei quali la situazione è ancora complessivamente sotto controllo, ma il livello di attenzione è molto alto e riguarda anche le attività sportive.

Rimbalzano da ogni parte del mondo notizie di contagi illustri, da Rafa Nadal a tanti giocatori della NBA, che rischia di dover stravolgere il suo consueto programma di partite nei giorni delle festività di fine anno, ma i campionati di calcio per il momento non si fermano, neppure in Inghilterra, dove pure il numero di contagi è molto elevato.

La Serie A ha inizato a tremare dopo il rinvio di Udinese-Salernitana, causato dalla decisione dell’ATS di impedire ai campani il viaggio in Friuli a causa dei numerosi contagi emersi nelle ultime ore.

Il rischio maggiore al momento sembra essere quello di una nuova chiusura, magari solo parziale, degli stadi, dopo che dallo scorso settembre la cabina di regia del Governo aveva dato il via libera al 75% della capienza degli impianti sportivi all’aperto.

Coronavirus, Costa: “Comportamenti adeguati o stadi di nuovo chiusi”

In tal senso un monito molto perentorio è arrivato dal Sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, che ai microfoni di Radio Uno si è soffermato sulla necessità che gli spettatori rispettino le misure di sicurezza richieste e necessarie, ovvero indossare la mascherina per tutta la durata della permanenza all’interno degli stadi e il mantenimento del posto assegnato, comportamenti che non vengono sempre osservati durante le partite.

In caso contrario, il rischio sarebbe proprio quello di tornare indietro di qualche mese e quindi quello di una riduzione della capienza degli stadi.

Costa ha rimarcato come il comportamento dei tifosi all’interno degli stadi non sia stato finora sempre esemplare: “Allo stadio bisogna indossare la mascherina, o le regole si rispettano oppure si arriva a scelte drastiche. Finora, da come si è potuto notare, molti tifosi non hanno rispettato, e non lo stanno facendo tutt’ora, questa regola che è fondamentale se si vuole continuare a vedere gli impianti pieni”.

Coronavirus, allarme in Serie B

Il Sottosegretario ha poi indicato anche una possibile punizione per le società i cui tifosi non si comportassero nella manidera richiesta, una sorta di ultimo appello per evitare di chiudere gli stadi: “Nel caso ci fossero tifosi senza mascherina secondo me bisognerebbe giocare la partita successiva a porte chiuse, perché allo stadio già oggi è obbligatorio indossarla”.

Nel calcio italiano, per il momento, la situazione più delicata riguarda il campionato di Serie B, dove sono state riscontrate positività in ben sette squadre. Monza e Spal le più coinvolte: il Consiglio di Lega potrebbe decidere di rinviare le prossime due giornate, in calendario per il 26 e il 29 dicembre, su richiesta delle stesse società.

 

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