Chiamarla favola si può, definirlo miracolo però no. Perché se il Cittadella quasi ogni anni in Serie B arriva stabilmente a ridosso delle prime e si gioca la promozione in massima serie, è solo il coronamento di un percorso iniziato da tempo e che è frutto della programmazione della proprietà, della sagacia del suo ds e della serietà di un ambiente. Paesino di novemila anime, Cittadella nel calcio fino a qualche decennio fa si ricordava per le intuizioni tattiche di Glerean, il primo – e unico – allenatore ad aver utilizzato il modulo 3-3-4 ma da anni è una realtà della serie cadetta.
Quelli di quest’anno sono i quinti playoff consecutivi ai quali arrivano i granata, con l’apice toccato nella finale di due anni fa quando, da settimi in classifica, arrivarono a giocarsi la Serie A contro l’Hellas Verona, vincendo 2-0 all’andata salvo poi capitolare 3-0 al ritorno.
I segreti della famiglia Gabrielli alla base dei successi
Dietro i successi del Cittadella c’è una sola famiglia, quella dei Gabrielli. Papà Angelo ha lasciato da un anno tutto in mano al figlio Andrea che sta percorrendo la stessa strada, fatta di intuizioni vincenti, tanto lavoro e massima fiducia nelle persone che sceglie. Come il ds Marchetti, ad esempio. Marchetti è a Cittadella da vent’anni ed è diventato un’istituzione. Non che non l’abbiano cercato anche altri club ma lui ha sempre declinato. Mai una polemica, mai un esonero: “Chi arriva qui sa che sarà sempre protetto dal sottoscritto – disse in un’intervista di qualche tempo fa – è la filosofia del club e chi lavora con me deve sposarla in toto”.
A lui si devono tante scoperte: Cristian Kouamé, Daniele Baselli, Manolo Gabbiadini e Cristiano Biraghi, ma anche Massimiliano Busellato, Davide Diaw, Antimo Iunco, Riccardo Meggiorini e Matteo Ardemagni, questi ultimi due presi ai margini del calcio cadetto e rilanciati a suon di gol in Serie B.
Solo tre allenatori al Cittadella negli ultimi 19 anni
Chi vuol lavorare seriamente al Cittadella ha il tempo per farlo. Parlano i numeri. Negli ultimi 19 anni, infatti, si sono seduti sulla panchina soltanto tre tecnici differenti: Rolando Maran, Claudio Foscarini e Roberto Venturato, in carica dal 2015 e che in carriera è stato anche vice di Mondonico alla Cremonese. I numeri dicono anche che il Cittadella ha il monte ingaggi più basso della B e il giocatore meno pagato della categoria: quell’Enrico Baldini che guadagna 40mila euro al mese ma che ha segnato la tripletta che ha fatto piangere i ricchi del Monza di Galliani e Berlusconi. Ora l’ultimo atto: col Venezia sognando la A. E non chiamatelo miracolo.