Tutto falso, tranne l’insulto razzista all’arbitro. In sintesi, è questa la versione che Michele Criscitiello fornisce al sito del Corriere della Sera riguardo a quanto accaduto durante e al termine della gara di serie D tra la Folgore Caratese – squadra di cui il giornalista è presidente – e il Club Milano, episodio che gli è costato un Daspo di oltre 18 mesi. “Erano gli avversari che mi volevano aggredire”, ha raccontato il giornalista.
- Folgore Caratese: Criscitiello ammette l’insulto razzista all’arbitro
- Criscitiello all’arbitro: “‘Sto marocchino ha rovinato la partita”
- Criscitiello: “Io aggredito dagli avversari”
- Criscitiello: il Daspo e la tesi del complotto della Figc
Folgore Caratese: Criscitiello ammette l’insulto razzista all’arbitro
L’insulto razzista all’arbitro c’è stato, Michele Criscitiello lo ammette al sito del Corriere della Sera in un’intervista concessa il giorno dopo il clamoroso provvedimento adottato nei suoi confronti dal giudice sportivo della Serie D: un Daspo di 18 mesi – fino a giugno 2026 – per il comportamento tenuto dal giornalista durante l’ultima partita della Folgore Caratese, squadra di cui è presidente, e il Club Milano. Nelle motivazioni del provvedimento si legge che Criscitiello avrebbe rivolto ripetuti epiteti razzisti nei confronti dell’arbitro, colpito la porta del suo spogliatoio, sputato verso gli avversari e innescato una rissa tra i giocatori delle due squadre.
Criscitiello all’arbitro: “‘Sto marocchino ha rovinato la partita”
Al Corsera Criscitiello riferisce che il provvedimento del giudice conterrebbe un “80% di falsità”. “Molti testimoni che possono dire come è andata, sia con l’arbitro che con gli avversari”, aggiunge poi il giornalista ammettendo però un insulto dal tono razzista nei confronti del direttore di gara. “Il mio ufficio dà sul campo, apro la finestra e contesto l’arbitro durante la partita: ‘Sto marocchino… tornatene a casa, stai rovinando la partita’, questo, è vero, lo dico – ammette Criscitiello al Corsera – . Poi scendo gli vado incontro e gli dico ‘questo non è calcio, ci stai facendo prendere a calci, non sei capace’, ed è finita così, non tiro alcun pugno o calcio alla porta del suo spogliatoio, non aggiungo altro”.
Criscitiello: “Io aggredito dagli avversari”
Criscitiello aggiunge poi di essere pronto a chiedere scusa al direttore di gara, a patto che quest’ultimo – definito “supponente e arrogante” – si scusi con lui per le falsità messe a referto. Quanto allo scontro con gli avversari del Club Milano, il giornalista ribalta il racconto contenuto nel provvedimento del giudice sportivo. “Erano gli avversari che mi volevano aggredire – la versione del direttore di Sportitalia -, erano in 15-20 contro di me, che ero solo, tutti ragazzi da un metro e novanta, perché durante la partita erano volati insulti, ma sono cose di campo”.
Nessuna violenza, Criscitiello spiega anche di essersi complimentato con l’allenatore avversario e con un giocatore del Club Milano, espulso durante la gara. “Mentre esce sferra un pugno alla panchina. C’è stato uno scambio di parole poco gentili fra me e lui, un ragazzo straniero. Alla fine ci siamo chiariti al bar e abbiamo bevuto una birra insieme, gli ho pure fatto i complimenti perché è davvero forte”.
Criscitiello: il Daspo e la tesi del complotto della Figc
Infine, al Corsera Criscitiello ha ribadito la tesi del complotto: con il Daspo la Figc avrebbe voluto punire le sue inchieste sul sistema federale e il presidente Gabriele Gravina. “Da tempo mando avanti una campagna giornalistica contro Gravina – conclude Criscitiello -. Non ce l’ho con l’uomo, ma sostengo che dopo la mancata qualificazione ai Mondiali, il caso Mancini, avrebbe dovuto dimettersi per inadeguatezza. Mi accusano di essere pro Lotito, e ora mi vogliono infangare con questa vicenda”.