Cristiano Ronaldo ha corso un grande rischio per colpa di un’esultanza. CR7 è finito nell’occhio del ciclone per una particolare versione del suo caratteristico “Siuuum”. Preceduto da un segno della croce, l’iconico gesto avrebbe, infatti, potuto costare caro all’ex Juventus che, di fatto, ha infranto la legge dell’Arabia Saudita.
- Cristiano Ronaldo esulta facendosi il segno della croce
- Le conseguenze per Cristiano Ronaldo
- Il precedente di Juan Pablo Pino
- Perché in Arabia è vietato farsi il segno della croce
Cristiano Ronaldo esulta facendosi il segno della croce
Grazie al rigore trasformato a meno di un quarto d’ora dalla conclusione della sfida contro l’Al Shorta, Cristiano Ronaldo trascina l’Al Nassr alla finale della Champions League araba e mette nel mirino l’ennesimo trofeo della sua incredibile carriera. Trasformato il penalty spiazzando il portiere, CR7 si avvia verso la bandierina del calcio d’angolo, ma prima del suo iconico “Siuuum”, si lascia andare a un segno della croce.
Le conseguenze per Cristiano Ronaldo
Un gesto che in terra saudita non è certo passato inosservato e che sarebbe costato caro a chiunque, visto il divieto di pubblica espressione della fede cristiana. A Ronaldo, però, che cristiano lo è di nome e di fatto, non succederà probabilmente nulla. Verosimilmente, gli verrà ricordato il divieto di lasciarsi andare a gesti religiosi, ma difficilmente ci saranno altre conseguenze.
Il precedente di Juan Pablo Pino
L’importanza, l’influenza e l’impatto di Cristiano sul calcio e il mondo arabo i generale paiono, infatti, andare oltre anche a verità, leggi e imposizioni scalfite (di fatto) nella pietra e che, in passato, avevano dimostrato di non guardare in faccia a nessuno. Giusto per citare un caso che fece scalpore: nel 2011, l’esterno colombiano, Juan Pablo Pino, e la moglie – che era in dolce attesa – furono trattenuti dalla polizia locale per via di un tatuaggio raffigurante Gesù che si intravedeva dalla maglietta di lui durante una passeggiata in un centro commerciale di Riyadh.
Perché in Arabia è vietato farsi il segno della croce
Il gesto di CR7 è balzato agli onori delle cronache in tutto il mondo, perché in Arabia Saudita l’espressione pubblica della fede cristiana, così come quella di ogni altra religione al di fuori di quella musulmana, è vietata. I non musulmani, infatti, non solo non sono autorizzati a pregare in pubblico, ma non possono promuovere la propria religione o mostrare oggetti legati al culto, come libri o altri simboli. L’accusa mossa a chi non rispetta la legge è quella di proselitismo. Cristiano Ronaldo non pagherà per la sua ingenuità, ma al prossimo gol difficilmente rivedremo un segno della croce.