Era la grande speranza del calcio italiano per l’attacco, e in parte lo è ancora. Sicuramente, però, Patrick Cutrone non viene da un biennio confortante. Certo, ha appena 22 anni e tutta una carriera davanti, ma per diventare un grande attaccante di Serie a deve ricominciare a correre.
Ceduto ai Wolves nel 2019 dopo aver perso il posto in favore di Piatek, anch’esso ceduto nel corso del tempo da parte del Milan, Cutruone è tornato in Serie A per vestire la maglia della Fiorentina, con la quale è andato a segno in Coppa Italia senza però mai timbrare il cartellino in campionato.
Comincia ad essere lungo il digiuno di Cutrone: autore di 13 goal in Serie A, questi sono però arrivati in ben 72 presenze, non proprio una media invidiabile per un attaccante. Dal classe 1998 ci si aspetta cose enormi, per questo le poche reti segnate appaiono decisamente infelici rispetto a quanto si vorrebbe vedere.
L’ultimo goal di Cutrone, impegnato mercoledì primo luglio contro il Sassuolo, risale oramai a quasi due anni fa: in Premier ha segnato due reti , ma prima e dopo il suo delduente passaggio al Wolverhampton, zero con Milan e Fiorentina. Il 2 dicembre 2018, nello specifico, l’ultima rete in Serie A, contro il Parma. Tradotto, 31 presenze.
La Fiorentina si affiderà nuovamente a lui, insieme a Vlahovic e RIbery, per scappare da una zona calda, ma non così calda, in cui è finita prima e dopo la sospensione del campionato. Certo, le sconfitte delle altre contendenti non fanno preoccupare eccessivamente Iachini, ma la salvezza è ancora lontana.
Per raggiungerla servirà rivedere il Cutrone visto tre anni fa con la maglia del Milan, letale e cinico alla prima occasione utile. Contro il Sassuolo la prima opportunità di rinascere, per poi cercare continuità in vista del suo futuro, alla Fiorentina e chissà , in Nazionale maggiore.