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Dalla Serie B alla Champions con l’Atalanta: la normalità di Brescianini ha catturato Gasperini

Dopo 3 anni di Serie B e un anno di Serie A con il Frosinone, il centrocampista è pronto per il salto di qualità.

Pubblicato:

Rocco Nicita

Rocco Nicita

Giornalista

Classe 1996. Collabora con varie testate e blog online. Conduce un podcast dedicato interamente alla Serie B.

Dalla Serie B alla Champions con l’Atalanta: la normalità di Brescianini ha catturato Gasperini

C’è una parola che, leggendo la carriera di Brescianini, salta subito alla mente: gavetta.

Una parola che, forse per il ruolo nevralgico, viene spesso attribuita ai centrocampisti. In questo, perciò, Brescianini non è un’eccezione alla regola, anche se ultimamente siamo sempre più abituati a giocatori che sono ritenuti subito pronti per esibirsi in palcoscenici importanti.

Brescianini è un profilo normale, non in senso dispregiativo. È un giocatore affidabile, dalla carriera lineare, che arriva a giocarsi le sue carte in una squadra di vertice a 24 anni.

Prima del suo passaggio all’Atalanta, sembrava che fosse il Napoli ad essersi assicurato le prestazioni del giovane centrocampista. Il suo profilo, però, non aveva scaldato i cuori di parte dei tifosi partenopei in ottica mercato e il suo passaggio alla squadra bergamasca ha fatto più rumore per le modalità con cui il trasferimento è avvenuto (aveva già sostenuto le visite mediche con il Napoli, la cui dirigenza all’ultimo avrebbe cambiato i termini dell’accordo con il Frosinone) più che per il valore del giocatore in sé.

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L’impatto nella nuova squadra, tuttavia, è arrivato fin da subito: Brescianini ha realizzato subito una doppietta al “Via del Mare” di Lecce nella vittoria della Dea per 0-4 alla prima gara della Serie A 24-25, facendo accendere su di sé i riflettori anche in ottica Nazionale e, certamente, facendo rimpiangere alla società partenopea quel trasferimento saltato all’ultima curva.

Tuttavia, al di là dell’ottimo esordio con gli orobici e della buona stagione con il Frosinone (nonostante la retrocessione a fine anno), per chi frequenta e segue dinamiche ed evoluzioni delle serie calcistiche minori Brescianini non è certo una sorpresa.

Dal Milan al “farsi le ossa” in Serie B

Dopo aver completato la trafila nelle giovanili del Milan, nelle quali è entrato a far parte quando aveva solo otto anni, all’inizio della stagione 2020-21 (dopo aver esordito in prima squadra rossonera nella sfida dell’agosto 2020 contro il Cagliari) si trasferisce in prestito alla Virtus Entella nel campionato cadetto.

Prima di raccontare e ripercorrere la sua crescita in Serie B, fermiamoci sul giorno dell’esordio in Serie A.

Il ragazzo nativo di Calcinate, paesino in provincia di Bergamo, aveva evidentemente l’Atalanta nel destino. Il debutto in massima serie avviene in una notte di inizio agosto, precisamente giorno 1, in una partita della ripresa del campionato dopo lo stop per il Covid che vede il Milan vincere per 3-0 contro il Cagliari.

Calcisticamente parlando è stato il giorno più importante. E’ stato il coronamento di un sogno giocare con la maglia della squadra di cui sono tifoso. Sicuramente senza i tifosi è stato diverso ma esordire con la prima squadra del Milan è stato emozionante“, le parole di Brescianini a margine della sua prima volta in Serie A.

Oltre ad elogiare la mentalità di Zlatan Ibrahimovic, allora compagno di squadra dell’attuale giocatore dell’Atalanta, “è un campione senza età, come ha dimostrato. Esige molto da tutti anche in allenamento. Ha un’esperienza che puoi solo ammirare e cercare di rubargli i segreti. E’ un idolo perché una personalità del genere è difficile da trovare nel mondo del calcio“, Brescianini parlò allora anche dei suo modelli calcistici facendo un riferimento preciso a Milinkovic-Savic, a quel tempo ancora alla Lazio.

In Serie A mi piace Sergej Milinković-Savić ma anche Kevin de Bruyne: penso che a livello mondiale sia la mezzala più forte“.

Proprio con il serbo si può trovare un paragone per struttura fisica e caratteristiche di gioco che Brescianini sta mettendo in mostra e che già aveva evidenziato nelle sue prime esperienze da professionista.

Carriera che come detto parte dalla Serie B proprio in quell’estate dell’esordio in A, momento dopo il quale si trasferisce in prestito alla Virtus Entella.

Qui che Brescianini inizia a giocare con regolarità, totalizzando alla fine della stagione 29 presenze e 2 gol. La sua stagione con la Virtus Entella, per certi versi, può paragonarsi all’annata con il Frosinone: nonostante la squadra sia retrocessa, Brescianini si è contraddistinto per essere uno dei migliori giocatori nella rosa.

Nonostante siano passati un po’ di anni dall’esperienza con l’Entella, il Direttore Sportivo dei liguri ha speso recentemente delle parole molto importanti sull’ormai giocatore dell’Atalanta: “È un ragazzo di grande serietà e grande predisposizione al lavoro. Si vedeva avesse tutto per fare il calciatore, ha una struttura importante dal punto di vista fisico. Io lo presi per fargli fare la mezz’ala sinistra, noi giocavamo col 4-3-1-2. Ha dei bei volumi di corsa, un’ottima gestione della palla e può giocare nel ruolo di mezz’ala, ma farebbe di meglio se giocasse in un centrocampo a due”.

Queste doti messe in mostra con i liguri, gli sono valse la chiamata dal Monza di Giovanni Stroppa. Approda, cioè, in una squadra costruita per tentare il salto di categoria, che riuscirà alla fine di una cavalcata estenuante e culminata con la vittoria dei play-off contro il Pisa. Un’annata non particolarmente memorabile per Brescianini che ha trovato posto in campo solo 5 volte.

Il suo ruolo, poi, è tornato centrale nella stagione appena successiva, quando il Cosenza mostra interesse verso il giocatore e gli consegna le chiavi del centrocampo. Con la maglia dei Lupi, Brescianini ritrova una continuità che gli era mancata nell’anno precedente.

Sin dalla gara d’esordio mette in mostra le sue qualità segnando alla prima stagionale nella vittoria dei Lupi contro il Modena con un inserimento palla al piede e realizzando nel corso dell’annata uno dei gol più importanti della stagione del Cosenza: quello dello 0-1 al 94′ che vale la vittoria in casa della capolista Frosinone e tre punti fondamentali per il raggiungimento dei playout e della successiva salvezza.

Alla fine della stagione non solo totalizza 39 presenze e 3 gol, ma si rivela fondamentale anche per l’assist per il gol di Meroni all’ultimo respiro nel playout di ritorno contro il Brescia che vale la salvezza. A prescindere dai disordini accaduti poi a margine di quella sfida con tafferugli tra tifosi del Brescia e forze dell’ordine.

Marco Brescianini, esempio perfetto di “tuttocampista”

Nel corso della sua giovane carriera, Brescianini ha dimostrato di essere un centrocampista poliedrico e adattabile in diversi contesti di gioco. Come ribadito dal DS della Virtus Entella, il centrocampista atalantino ha giocato sia in una mediana a 2 che nel ruolo di mezz’ala con compiti di incursore.

Certamente il fisico strutturato gioca una sua parte importante in entrambe le funzioni che possono essergli affidate nel campo, e in questo si può cogliere un paragone con il già citato Milinkovic-Savic.

I primi gol con l’Atalanta ci hanno dato un saggio delle qualità in cui spicca anche rispetto ad altri suoi colleghi della Serie A: l’inserimento senza palla in area di rigore avversaria e l’ingresso palla al piede in area di rigore.

Secondo i dati fbref, lo scorso anno Brescianini rientrava nel 91° percentile per conduzioni con la palla in area di rigore avversaria (0.58 per 90’) e nel 78° percentile per tocchi nell’area di rigore avversaria (2.21 per 90’).

I dati, quindi, ci danno evidenza di un giocatore estremamente dinamico, predisposto naturalmente verso la metà offensiva del terreno di gioco.

Come Gasperini può migliorare Brescianini

Senz’altro Gasperini ha dimostrato di saper lavorare bene con giocatori poliedrici e dinamici come Brescianini. A maggior ragione in una stagione in cui l’Atalanta sarà impegnata su più fronti, sarà necessario avere a disposizione una rosa sia lunga che competitiva.

In questo contesto Brescianini sembra essersi adattato bene, ancora una volta.

Specialmente in un contesto in cui la gerarchia dei trequartisti e degli attaccanti esterni è in continuo divenire. Si può ipotizzare che l’ex Frosinone possa essere impiegato principalmente come invasore d’area, per valorizzare ancor di più le sue caratteristiche, qualunque sia la sua posizione di partenza.

Senza escludere però la possibilità di vederlo utilizzato anche nei due di centrocampo con funzioni di interdizione e regia, ruolo già svolto nell’esperienza a Cosenza.

Una curiosità sulla poliedricità del ragazzo cresciuto nelle giovanili del Milan riguarda il suo utilizzo anche come esterno sinistro a tutta fascia in un sistema mobile e dinamico, ruolo ricoperto sia a Cosenza (principalmente in un Genoa-Cosenza in cui i Lupi avevano problemi di infortuni e Mister Viali mise Brescianini in quel ruolo), ma anche in alcune situazioni lo scorso anno con Di Francesco a Frosinone.

Certamente la crescita che Brescianini potrà fare agli ordini di Gasperini, in un calcio verticale e fisico come quello che caratterizza l’Atalanta, ci lascia curiosità su come potrà evolversi il ragazzo con un occhio anche e soprattutto a quello che potrà dare a Spalletti in chiave Nazionale.

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