L’esperienza ucraina di Roberto De Zerbi sta finalmente per entrare nel vivo: sabato sarà tempo di debutto in campionato con lo Shakhtar Donetsk che affronterà l’Inhulec, prima dell’impegno europeo con il terzo turno preliminare di Champions League in programma ai primi di agosto.
Il tecnico lombardo è da tempo al lavoro per preparare la stagione e, in Ucraina, ha potuto gioire per il successo dell’Italia ad Euro 2020, targato anche Manuel Locatelli: proprio per il suo pupillo ha speso parole importanti ai microfoni de ‘La Gazzetta dello Sport’.
“Prontissimo, per la Juve e per un grande club europeo perché incarna tutto quello che un centrocampista deve essere oggi: è bravo nella costruzione e a inserirsi, dà quantità, in tre anni non gli ho visto perdere un contrasto. Ha personalità da vendere, è intelligente tatticamente, si presta a qualsiasi tipo di calcio”.
Gli azzurri hanno trionfato grazie ad un gioco a tratti spettacolare, marchio di fabbrica dello stile di De Zerbi: “Nessuna vergogna nel difendersi e ripartire, però a me non piace. La stampa si diverte a dividere noi allenatori tra giochisti e risultatisti, come se un giochista non volesse fare risultato. Non è così. Il mio modo di giocare mi rappresenta. Se fosse stata una moda, come dice qualche scienziato, mi sarei bruciato prima di iniziare”.
C’è attesa per capire chi, alla fine, riuscirà a portarsi a casa il Pallone d’Oro: “Se guardiamo ai trofei dico Jorginho, che ha vinto Champions ed Europeo. Messi rimane Messi e fino a quando giocherà, sarà tra i papabili. In passato il Pallone d’oro l’ha alzato un difensore come Cannavaro e allora, per lo spirito che ha messo all’Europeo, lo meriterebbe Chiellini”.