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Del Piero a 10 anni dall'addio alla Juve: fotografia di un campione unico

10 anni fa Del Piero giocava la sua ultima partita in bianconero. La sua leggenda non si è affievolita dopo una decade, la sua eredità calcistica continua.

13-05-2022 22:27

Il 13 maggio 2012 una delle più grandi leggende del nostro campionato, Alessandro Del Piero, giocava la sua ultima partita con la maglia della Juventus, nella sfida contro l’Atalanta.

Sono passati ben 10 anni da quel giorno colmo di emozioni per tutti i tifosi bianconeri, Del Piero ha fatto altre esperienze prima di appendere gli scarpini al chiodo tra Australia e India, poi è diventato imprenditore e opinionista sportivo per Sky Sport, ha una sua academy a Los Angeles e molto altro.

A pochi giorni dal suo ritorno all’Allianz Stadium dopo un decennio, riviviamo la carriera di un campione che, nonostante la fede radicata nei colori bianconeri, non è mai stato in grado di farsi odiare da nessuno.

La prima era di Pinturicchio alla Juve: successi in Italia e nel mondo

Del Piero approda in bianconero nel lontano 1993 voluto da Boniperti e Trapattoni, e ci mise solo una settimana dal suo esordio al primo gol ufficiale, in un Juventus-Reggina 4-0. Al tempo non c’erano i numeri assegnati, non esistevano neanche i nomi dietro la schiena dei giocatori, e la 10 era di un certo Roberto Baggio, che proprio nel 1993 vinceva il Pallone d’Oro.

È l’inizio di anni pieni di successi straordinari per Del Piero, che entra nelle grazie dell’avvocato Gianni Agnelli, colui il quale gli darà il nome di Pinturicchio, un artista del Rinascimento.

Arrivano campionati, successi europei culminati con la vittoria della Champions League per 4-2 contro gli olandesi dell’Ajax. Poi anche una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa UEFA e molto altro. L’amore con la Juve si radica, diventa capitano nelle stagioni successive e numero 10, riscrive la storia del club. Questo, fino alla stagione 1999, la svolta in negativo per Del Piero, che dopo quel terribile infortunio non fu mai più veramente lui.

La rinascita, gli Scudetti, Calciopoli e Antonio Conte

All’inizio della stagione 1998-1999, Del Piero di distrusse il ginocchio contro l’Udinese e da allora, in fondo, non fu più lui al 100%. Prima di quell’infortunio tremendo era un giocatore da Pallone d’Oro a tutti gli effetti, dopo rimase un campione immenso ma non tocco più i picchi prestazionali di quella prima parte di carriera.

Ci mise nove mesi di riabilitazione per tornare in campo (tanto che Agnelli lo rinominò Godot). Dopo di che, cacciato Marcello Lippi per la prima volta, arrivarono gli Scudetti (e quel famoso 5 maggio, rievocato recentemente proprio da Del Piero) da capitano nei primi anni 2000, compresa la finale di Champions League contro il Milan. In quella campagna europea segno un gol che molti hanno ancora in testa, un capolavoro contro il Real Madrid che i tifosi Blancos ancora si sognano.

Arrivò Calciopoli e Del Piero, ormai leggenda bianconera, decise di rimanere sulla barca mentre affondava assieme ad altri grandi campioni, respingendo le avance di club come Real Madrid e United (tutte indiscrezioni confermate da gente come Cannavaro e Ferguson).

Passarono anni bui, ma Del Piero lasciò con un successo grazie all’ex compagno, ed ex capitano, Antonio Conte, che portò la Juventus a vincere il primo Scudetto di una lunga serie nella stagione 2011/2012. Del Piero mise la firma anche su quel titolo, segnando su punizione uno dei gol decisivi contro la Lazio.

In totale sono 709 le presenze con la Vecchia Signora, condite da 290 reti, il miglior marcatore all time della storia del club e uno dei più grandi di sempre in Serie A.

Le esperienze esotiche, i salotti di Sky Sport, il solito Del Piero

Lasciata la Juventus alla fine della stagione 2011/2012, all’inizio della tirannia bianconera degli anni ’10, Del Piero non era ancora pronto a lasciare il calcio, cacciato da dirigenti che lo ritenevano non più performante per il calcio di altissimo livello.

Del Piero se ne andò prima in Australia, al Sidney, poi in India, al Delhi Dynamos. Proprio qui segna l’ultimo gol della propria gloriosa carriera, il 9 dicembre, su calcio di punizione, per il momentaneo 1-2 della sua squadra contro il Chennaiyin.

Appesi gli scarpini al chiodo inizia una serie di attività che, tra le altre, lo portano anche nei nostri salotti, iniziando a collaborare come opinionista e commentatore per Sky Sport, col quale lavora tutt’ora.

Del Piero rimane tutt’oggi un’icona bianconera, un simbolo per il club in tutto il mondo. Accostato a giocatori del calibro di Totti, Baggio, Maldini e Zanetti, moltissimi bambini hanno iniziato giocare a calcio sperando di imitare il numero 10 della Juventus.

Risulta sempre più difficile trovare giocatori e persone simili nel calcio di oggi, e dunque moltissime persone che non siano della Generazione Z (o Post Millenials, ovvero quelli nati dal 2000 in poi), trovano rifugio in vecchie glorie, in idoli che hanno amato da ragazzi, per continuare la passione per il calcio.

Da quando Del Piero non gioca più, non è più domenica, direbbe un noto cantautore italiano. E tutti i numeri 10 della Juve, da ora in poi e per chissà quanto, si ispireranno a lui.

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