Se Vito Dell’Acqua, come ha rivelato il suo storico coach Roberto Baglivo, è sempre stato un ragazzo timido e di poche parole, altrettanto non si può dire di chi, in un modo o nell’altro, ha contribuito a portarlo all’oro olimpico conquistato oggi a Tokyo.
Alla semplice e sintetica dedica del classe 2000 dopo il successo, infatti, hanno fatto da contraltare le dichiarazioni festanti rilasciate sia dalla Federazione di taekwondo sia da chi, incontro dopo incontro, ha allenato e cresciuto il giovane brindisino.
“Questo oro è dedicato a mio nonno, che non c’è più da un mese e stasera mi guardava da lassù: ero certo che avrei vinto” ha affermato Dell’Acqua prima di fare un importante appello.
“Mi sono vaccinato per il Covid per venire a Tokyo a prendermi un oro olimpico. Sono sincero, io avevo un motivo in più. Ma aderisco molto volentieri alla campagna lanciata dal presidente del CONI, Giovanni Malagò”.
Molto meno composto del giovane lottatore pugliese è apparso invece il presidente della federazione taekwondo Angelo Cito che, all’ANSA, ha voluto sottolineare il peso dell’oro conquistato da Dell’Aquila.
“Questa medaglia è il simbolo di un’Italia che sa ripartire, anche quando cade. Dopo l’oro di Molfetta a Londra, a Rio abbiamo avuto un passaggio a vuoto, ma il taekwondo è ripartito: abbiamo lavorato sui giovani, e il talento di Dell’Aquila ha fatto il resto. Siamo orgogliosi di aver portato il primo oro di questa Olimpiade alla squadra azzurra. Stasera, più che mai, ci sentiamo profondamente italiani”.
Ovviamente non sono mancati i complimenti di chi, prima di lui, era riuscito a salire sul gradino più alto del podio olimpico nel taekwondo, vale a dire il compaesano Carlo Molfetta.
“Vito è stato incredibile. Avere a una freddezza così a vent’anni vuol dire che sei un fenomeno. E lui l’ha dimostrato” ha dichiarato l’olimpionico di Londra a Sky Sport 24.
“A 16 anni aveva vinto un bronzo al Mondiale senior. Non ha mai saltato un allenamento. Se ti comporti così meriti tutto l’oro del mondo. Mesagne? Abbiamo avuto un grande maestro, Roberto Baglivo. Io ho fatto il mio, dando a Vito un aiuto sia dal punto di vista tecnico che di esperienza”.
Proprio quest’ultimo, chiamato in causa, ha voluto sottolineare la costanza e la determinazione del primo oro italiano a Tokyo 2021, un altro che fatto fruttare molto bene gli allenamenti e gli insegnamenti dello storico allenatore della New Marzial di Mesagne.
“Non c’è un segreto per vincere due ori olimpici al taekwondo: bisogna lavorare bene e con molta lealtà e bisogna dare tutto a questi ragazzi. Vito si è allenato con me da quando aveva cinque anni e l’ho tenuto per 13. Vito è un ragazzo timido e silenzioso, è peggio di me. Si è sempre allenato, qualche volta è venuto in palestra anche durante il lockdown, quando era a Mesagne”.