Lazio-Roma di Coppa Italia è stata una gara che ha lasciato l’amaro in bocca a tutti gli amanti dello sport. Tra risse, lancio di petardi, bottiglie e tensioni fuori allo stadio tutto è stato fuorché una partita di calcio. Inevitabile che vengano presi provvedimenti per ciò che è accaduto dentro e fuori lo stadio Olimpico. E c’è anche chi ha perso un orecchio, con i genitori del ragazzo che hanno lanciato un appello alle istituzioni.
- L'appello dei genitori del ragazzo: "Chiudete gli stadi"
- Far West in campo: ecco i provvedimenti ai romanisti
- Il terribile precedente di Paparelli. Le parole del figlio Gabriele
L’appello dei genitori del ragazzo: “Chiudete gli stadi”
Sono tante le scorie lasciate dal derby capitolino. In alcuni casi indelebili come per questo ragazzo di 27 anni che ci ha rimesso un orecchio nel confronto a distanza tra supporter, fatto di lancio di torce e fumogeni. Duro l’appello dei genitori del giovane: “Ha perso un orecchio per una partita di calcio, ha alcune ferite interne – hanno raccontato ai microfoni di Repubblica –. Probabilmente non riacquisterà l’udito dal lato destro. Chiudano gli stadi, le partite si vedano a casa, non è accettabile tutto questo“.
Far West in campo: ecco i provvedimenti ai romanisti
Anche in campo non è che i giocatori siano stati impeccabili. La Lazio è stata punita con la chiusura della Curva Nord oltre a Distinti Nord, Est e Ovest in conseguenza dei cori razzisti nei confronti di Romelu Lukaku. La Roma che ha ricevuto la squalifica di Azmoun e Mancini per i cartellini rossi ricevuti con il secondo al quale è stata comminata pure un’ammenda per il comportamento avuto nei confronti del direttore di gara. Fermato pure Nuno Santos, collaboratore di Mourinho, per critica irrispettosa nei confronti di Orsato.
Il terribile precedente di Paparelli. Le parole del figlio Gabriele
Non è purtroppo la prima volta in cui si assiste a scene del genere a causa di un derby tra Lazio e Roma. Quanto accaduto ha riportato alla mente ciò che avvenne a Vincenzo Paparelli il 28 ottobre del 1979 quando era seduto in curva Nord e fu colpito e ucciso da un razzo lanciato dai tifosi romanisti. 45 anni dopo nulla è cambiato come ricorda il figlio della vittima Gabriele: “Quello che è successo al derby è molto brutto. Non si può rischiare di andare all’ospedale per una cosa il lancio di fumogeni. O addirittura morire.Io evito di andare a vedere il derby, per la paura che succedano queste cose. Infatti abbiamo assistito a questi disordini. Credo di averlo visto allo stadio solo due volte in vita mia, non mi piace. Ho sempre paura che possa succedere qualcosa, come poi effettivamente è accaduto”
Dalla morte del padre sono passati quasi 45 anni ma lui continua a essere vittima di attacchi dei tifosi giallorossi:«Purtroppo sono passati tanti anni e ma questa cosa non si ferma mai. Continuo a ricevere insulti sui social per mio padre. L’ultimo episodio risale a pochi giorni fa. Tante persone mi dicono di non farci caso, ma quando vedi che sono persone grandi che vengono a insultarti, ti viene il nervoso e qualcosa gli devi scrivere. Per esempio, uno degli ultimi che mi ha insultato ha approfittato di un comunicato della società che diceva di non portare fumogeni allo stadio prima del derby e mi ha scritto in privato: “Sì, ma i razzi sì”».