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Ecco tutte le domande che vanno fatte a Marotta

Panorama analizza Il fallimento-Inter nei suoi diversi aspetti

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Ecco tutte le domande che vanno fatte a Marotta Fonte: Ansa

Se è stata l’ultima goccia amara per l’Inter o se ci potrà essere un parziale riscatto col derby lo si scoprirà domenica sera, dopo la gara col Milan, ma che sia stata una stagione di delusione assoluta per i nerazzurri è acclarato. Il ko con l’Eintracht arriva dopo una lunghissima serie di bocconi amari, ingoiati in campo e fuori e Panorama li analizza tutti. Giovanni Capuano scrive: “La stagione si può già considerare un fallimento che rischia di scivolare nella tragedia (sportiva) dovesse essere mancato l’aggancio a una posizione Champions League per il prossimo anno. La notte di San Siro è stata la sintesi degli ultimi mesi nerazzurri. L’Inter non era l’anti Juventus che tanti vaticinavano in estate, ma non può nemmeno essere quella cosa priva di consistenza che da gennaio in poi si è dissolta alla velocità della luce. Mettere in fila i colpevoli di questa situazione è impossibile e anche inutile. Tutto così vero da far sorgere qualche domanda anche sul ruolo di Beppe Marotta, che è uno dei migliori dirigenti italiani in assoluto e che Zhang ha raccolto al volo dopo la chiusura del rapporto con la Juventus. Però oggi si può dire che l’arrivo di un nuovo capo-azienda a metà stagione ha rappresentato più un motivo di destabilizzazione che un fattore positivo”.

LE DOMANDE – “C’è un allenatore entrato in fibrillazione subito, immaginando scenari futuri senza di lui. Il pugno duro verso i casi di spogliatoio ha regalato successi effimeri perché Nainggolan continua a essere incostante e spesso infortunato come prima, Perisic non si vede come in tutta la prima parte della stagione e il tormentone Icardi merita un capitolo a parte. L’essersi chiamato fuori così a lungo è professionalmente indifendibile, però un mese dopo la degradazione di Icardi va detto con lucidità che l’Inter ha gestito malissimo la situazione, si è infilata insieme al suo uomo più costoso, forte e rappresentativo in un vicolo cieco nel quale ha solo da perderci. Tornando indietro Marotta rifarebbe la stessa scelta? Con le stesse modalità? Qual è il progetto per uscirne in tempo per evitare altri spettacoli come quello con l’Eintracht, con due ragazzini in campo e l’ex centravanti a casa sul divano? Che senso ha avuto prendere una decisione così dirompente, anche nei modi, senza avere pronto un piano di gestione delle conseguenze?”

IL TERREMOTO – “Intorno a queste domande ruota la valutazione dell’operato nel numero uno e più ci si allontana da quel 13 febbraio che ha terremotato l’Inter, più si acuisce la sensazione di un atto di forza compiuto senza calcolare che i danni collaterali avrebbero potuto essere maggiori dei benefici. Marotta è il migliore e renderà l’Inter una piccola Juventus, funzionante e perfetta. Magari nel tempo vincente. Oggi, però, serve ristabilire quell’equilibrio che non sarà stato il migliore possibile ma era almeno funzionale a vivere una stagione normale. Come arrivarci è compito di chi dirige la società perché, al netto delle suggestioni, nessuno si può permettere di gettare al vento decine di milioni di una mancata qualificazione Champions o della svalutazione del proprio patrimonio di giocatori. Gestire l’Inter di oggi come la Juve è stato evidentemente un azzardo che per il momento non ha pagato”.

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