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Dice no al Genoa per "volere di Dio"

Dall'Olanda una ricostruzione sorprendente sul motivo del mancato approdo del terzino in rossoblù.

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Dice no al Genoa per "volere di Dio" Fonte: ANSA

Il mercato di gennaio 2019, oltre che per il clamoroso addio anticipato al Milan di Gonzalo Higuain, sicuramente l’affare più importante non solo a livello di calcio italiano, resterà nella storia anche per i tanti affari saltati all’ultimo momento. Non che sia la prima volta che giocatori già dati per acquistati da una società sono tornati sui propri passi all’ultimo momento, ma tanti casi ravvicinati non si erano visti di frequente. Così dopo la beffa subita dal Parma, che ha visto sfumare l’arrivo di Omar El Kaddouri, trattenuto dal Paok Salonicco, il mancato accordo tra Lazio e Newcastle ha fatto saltare il passaggio in Inghilterra di Romelu Lukaku, che resta quindi in biancoceleste.

Nulla, comunque, al confronto di quanto accaduto al Genoa e a Kingsley Ehizibue. Il terzino olandese del Pec Zwolle, sconosciuto alla maggior parte degli appassionati di calcio italiano fino a pochi giorni fa, è stato protagonista di un no ancora avvolto nel mistero al trasferimento al Genoa. Il club rossoblù aveva fatto tutto con il club e il giocatore, bruciando anche la concorrenza di Fiorentina e Spal, ma sulla via verso l’Italia il difensore classe ’95 ha avuto una vera e propria folgorazione, decidendo di tornarsene a casa: “Sono andato lì per vedere quali erano le mie sensazioni – ha detto Ehizibue a ‘De Stentor’ – Tutto era ben organizzato, ma alla fine il mio cuore mi ha detto che questo non era il momento giusto per lasciare il PEC ed andare al Genoa. E’ stata una delle decisioni più difficili della mia vita”.

Tuttavia, secondo alcune voci provenienti dall’Olanda, il motivo sarebbe più specifico. Sarebbe infatti stato Dio a suggerire al terzino nato in Germania di non accettare il trasferimento in Italia e il conseguente ingaggio più alto.

Una ricostruzione tutta da riconfermare, ma che fa tornare alla mente alcuni episodi del passato. Come il no di Claudio Taffarel, campione del mondo con il Brasile nel ’94, all’Empoli nell’estate 2003, quando il portiere subì un guasto all’auto nel viaggio verso l’Italia, letto proprio come un segnale divino.

Storico anche il botta e risposta tra Taribo West e Marcello Lippi ai tempi dell’Inter, quando il difensore nigeriano, ora pastore pentecostale, disse al futuro ct campione del mondo: “Dio mi ha detto che devo giocare”, ricevendo in cambio la caustica risposta: “A me non ha detto nulla”.

 

SPORTAL.IT

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