Brucia ancora a tanti l’esonero di De Rossi. I modi, la tempistica, le motivazioni. Dura da accettare soprattutto per chi è nato a Roma ed è legato da decenni all’ex tecnico. Gli ultrà hanno reagito chiaramente ieri allo stadio nella gara con l’Udinese: sciopero del tifo della curva Sud per un tempo, striscioni espliciti e fischi a tutti nonostante la vittoria ma la polemica non è finita qui.
- Panatta parla di esonero disgustoso
- L'attacco ai Friedkin
- Le critiche di Ranieri
- Le ipotesi di Zaccheroni
Panatta parla di esonero disgustoso
Per chi, come Adriano Panatta, è romano e romanista la vicenda non va proprio giù. Alla Domenica sportiva l’ex tennista dice: “Non mi aspettavo l’esonero di Daniele De Rossi e trovo questa cosa disgustosa per come è stato trattato. È figlio della Roma, è un ragazzo straordinario anche come giocatore, e dopo quattro giornate viene esonerato in una mezz’oretta da persone che con Roma c’entrano poco”.
L’attacco ai Friedkin
Panatta è sarcastico nel parlare dei Friedkin: “Dubito che i presidenti o l’amministratore dimissionaria sappiano dove è Ponte Sisto, ho trovato tutto ingiusto e di cattivo gusto. Per carità hanno tutto il diritto di esonerare un allenatore, sono i padroni, io ho avuto il privilegio di conoscere presidenti come Viola e Sensi ma un amore per Roma incredibile. Quando arrivano queste persone e guardano solo i loro interessi mi fanno disamorare della squadra. Ho trovato questo gesto maleducato, senza rispetto. I valori sono finiti, con l’arrivo di queste presidenze e fondi abbiamo perso i presidenti di una volta, che davano tutto per la squadra. Ormai guardano solo ai bilanci. Con De Rossi hanno buttato 9 milioni netti. Ora guardano i conti, ma hanno 18 milioni lordi in meno in cassa”.
Le critiche di Ranieri
In collegamento con la Domenica Sportiva anche Claudio Ranieri, romano di Testaccio ed ex tecnico giallorosso: “Quello che mi ha lasciato stupito è che gli è stato fatto un contratto di tre anni, doveva essere un progetto lungo, ha sorpreso tutti sinceramente. Dispiace che non ci sia un uomo di calcio lì dentro che possa unire società e allenatore. Totti? Non sono io a giudicare. Ci sono i Friedkin e sono loro che devono giudicare se c’è bisogno di questa persona. Noi da fuori capiamo che un allenatore lasciato solo è poco”.
Le ipotesi di Zaccheroni
Anche Alberto Zaccheroni, intervenuto a Radio Anch’io Sport su Rai Radio, ha detto la sua: “Non conosco De Rossi come allenatore, ma probabilmente non è stata una scelta legata alla qualità come allenatore, credo sia successo qualcosa nel gruppo, non si sono trovati in sintonia con la costruzione della squadra, la campagna acquisti. Sono rimasto fortemente sorpreso, un motivo ci sarà, bisognerebbe chiederlo alla società. Anche perché sapevano perfettamente che sarebbero andati contro la tifoseria“.
Infine Paolo Di Canio a Sky: “Mancano uomini che possano fare da collegamento tra squadra, Juric, lo staff tecnico e i proprietari che non ci sono mai, comunque devi parlarci devi interagire perché le cose vanno bene oppure no. Non devono solo arrivare per mandare via le persone. La cosa che mi fa impressione è che stanno spendendo tantissimi soldi, gli americani un po’ sono così, pensano di gestire il calcio così come se fossero aziende normali, senza i supporter sotto casa, ma è un mondo completamente diverso. Pensavano di aver risolto portando una volta Mourinho, e la cosa si era incendiata, poi vinci una coppa e diventi eroe, poi vai a prendere Lukaku con l’aereo: va bene questi gesti sono bellissimi però poi c’è il quotidiano, e lì servono i dirigenti”.