L’infortunio occorso a Stefano Sensi ha (ri)aperto le porte della Nazionale a Matteo Pessina. Il centrocampista in forza all’Atalanta, nonostante l’iniziale esclusione dalla lista dei 26 stilata dal Ct Roberto Mancini, era rimasto comunque aggregato al gruppo, a differenza di chi era stato costretto gioco forza a fare le valigie abbandonando il ritiro.
La sua permanenza in gruppo alla voce ‘riserve’, se così si può definire, è durata poco meno di ventiquattro ore. L’ennesimo ko del compagno di reparto interista lo ha cosneguentemente spinto all’interno del gruppo tricolore che venerdì 11 giugno esordirà a Roma contro la Turchia.
Per Matteo Pessina si tratta del coronamento di una stagione di alto profilo, condita da prestazioni importanti che hanno evidenziato la crescita esponenziale del classe 1997 nativo di Monza. Rientrato a Bergamo – dopo una stagione più che positiva in prestito al Verona – la mezzala brianzola si è presentata ai nastri di partenza dell’ultimo campionato con i gradi dell’ ‘alternativa’ all’interno del reparto di mezzo in dotazione a Gian Piero Gasperini.
Dall’indiscussa titolarità in maglia scaligera alla convivenza con i vari Freuler, de Roon, Malinovskyi, Pasalic, Gomez, Ilicic e Miranchuk. Abbondanza e concorrenza serrata ad alimentare la stagione orobica impegnata sia sul fronte nazionale che sul palcoscenico della Champions League.
A gennaio, però, succede quello che fino a poco tempo prima era difficile anche solo immaginare. Gasperini arriva alla clamorosa rottura con il Papu Gomez, capitano e totem nerazzurro. Una frattura insanabile che sfocia nella cessione dell’argentino al Siviglia durante il mercato di riparazione.
Lo scossone all’interno dello spogliatoio della Dea si rivela un incredibile assist per il trequartista italiano che da apparente gregario si ritrova di colpo punto fermo. La qualità e i numeri del Papu rimangono materia difficilmente replicabile ma Pessina prende sottobraccio pressioni e responsabilità del caso e sforna una seconda parte di stagione eccezionale, approfittando dei malanni di Pasalic e del tortuoso percorso d’inserimento di Miranchuk.
Spazio al numero 32, dunque. Un trequartista per certi versi ‘anomalo’: meno rifinitore ma più incursore, con tanto di vizietto del goal compreso nel prezzo. Se ne accorge subito il Napoli messo ko con una doppietta nella semifinale di ritorno di Coppa Italia.
Di centri ne fa due anche in campionato con vittime preferite le compagini emiliane, nella fattispecie Sassuolo e Parma punite dai blitz del numero 32. Ad impressionare, più che i numeri e le statistiche, è la grande versatilità che l’ex Monza e Catania ha saputo inscenare all’interno dell’intelaiatura tattica di Gasperini.
Pessina, infatti, non è solo trequartista puro ma sa ‘scivolare’ – e anche piuttosto bene – in linea mediana dove spesso e volentieri ha dato respiro agli onnipresenti de Roon e Freuler. Spinta, propositività ma anche tanto equilibrio. Il prototipo di quello che oggi si è soliti definire come “tuttocampista”.
Una grande ascesa e un livello di maturità consolidatesi a suon di grandi prestazioni. Per la felicità del tecnico di Grugliasco e, ovviamente, anche del Ct dell’Italia che ha iniziato progressivamente a coinvolgerlo nel giro della Nazionale dove, nell’ultima amichevole contro San Marino, ha trovato anche i primi sigilli personali con la doppietta che ha arrotondato il 7-0 finale.
Ora il destino e, va detto, le disgrazie altrui, gli hanno riservato la grande chance. L’Italia inserisce un altro jolly nel proprio motore e lui si candida al ruolo di sorpresa. Un’altra volta ancora.