Una cosa è certa: dopo il girone che ha giocato nessuno sottovaluterà più la Scozia. Che all’Europeo del 2024 arriva per fare bella figura e confermare i miglioramenti che ha fatto registrare nell’ultimo triennio. Certo il gruppo in cui è stata inserita la Tartan Army non è di quelli particolarmente agevoli – tra Germania, Ungheria e Svizzera – ma c’è anche la possibilità di superare il turno con il terzo posto. La qualificazione sarebbe già un bell’upgrade: non è mai stata raggiunta la fase ad eliminazione diretta in un torneo internazionale.
Come si è qualificata
Anche il gruppo di qualificazione non era una passeggiata di salute per la Scozia. La Tartan Army era stata inserita infatti in un girone con Spagna, Norvegia, Georgia e Cipro: una missione complicata ma superata in maniera brillante e con qualche successo di prestigio come quello sulla Roja. Il secondo posto ha confermato il trend positivo di un gruppo che è in evidente crescita, che già ad Euro2020 aveva interrotto un lungo digiuno dalle grandi competizioni. E che ora vuole fare un ulteriore salto di qualità.
Chi è il CT
Non ha un nome altisonante Steve Clarke. La sua carriera se la sta costruendo col lavoro e con un percorso che è cominciato come vice prima di Ruud Gullit al Newcastle e poi sempre in giro in Inghilterra. Da primo allenatore non è che abbia ottenuto particolari successi, tra West Bromwich e Reading. Positiva invece è stata l’esperienza al Kilmarnock che di fatto gli ha spalancato le porte della Nazionale scozzese. Una chiamata meritata alla luce dei risultati ottenuti dal 2019 ad oggi.
Come gioca e la stella
Spirito di squadra e organizzazione difensiva. Sono queste le armi di una Scozia che non ha grandi stelle nel proprio firmamento ma ha saputo farne a meno grazie ad un prezioso lavoro dal punto di vista tattico. Qualche elemento di spicco c’è: basti pensare al terzino del Liverpool Robertson o a McTominay – centrocampista col vizio del gol del Manchester United – o infine a McGinn dell’Aston Villa. Altrettanto pesanti sono purtroppo le assenze: sicure quelle dell’attaccante Jacob Brown e del bolognese Lewis Ferguson.
La probabile formazione (3-4-2-1): Gunn; Porteous, Hendry, Tierney; Patterson, McGregor, Gilmour, Robertson; McGinn, McTominay, Dykes
La stella: Scott McTominay
L’elenco dei pre-convocati
- Portieri: Zander Clark (Heart of Midlothian), Craig Gordon (Heart of Midlothian), Angus Gunn (Norwich City), Liam Kelly (Motherwell).
- Difensori: Liam Cooper (Leeds), Grant Hanley (Norwich City), Jack Hendry (Al-Ettifaq), Ross McCrorie (Bristol City), Scott McKenna (Nottingham Forest), Ryan Porteous (Watford), Anthony Ralston (Celtic), Andy Robertson (Liverpool), John Souttar (Rangers), Greg Taylor (Celtic), Kieran Tierney (Arsenal).
- Centrocampisti: Stuart Armstrong (Southampton), Ryan Christie (Bournemouth), Billy Gilmour (Brighton), John McGinn (Aston Villa), Callum McGregor (Celtic), Kenny McLean (Norwich City), Scott McTominay (Manchester United).
- Attaccanti: Che Adams (Southampton), Ben Doak (Liverpool), Lyndon Dykes (QPR), James Forrest (Celtic), Lawrence Shankland (Heart of Midlothian).
Gerarchie ridefiniti tra i pali con Gunn che ha ormai scalzato Gordon e con Clark che è diventato la prima alternativa. In difesa si spera di recuperare in tempo Hickey, vittima di un infortunio, ma nel frattempo si valutano le alternative da Patterson a Ralston. Robertson è una garanzia con Tierney che si è riadattato a braccetto di sinistra pur di trovare spazio. Hendry, McKenna e Porteous sono gli altri centrali.
A centrocampo oltre ai già citati McTominay e McGinn un altro punto fermo della squadra è McGregor. Anche Gilmour potrebbe rivelarsi assai utile. Davanti c’è Shankland, bomber da oltre 20 gol e capocannoniere della Scottish Premiership con la maglia degli Hearts. Si giocherà il posto con Che Adams e Lyndon Dykes, considerato che di norma Clarke schiera una sola punta almeno dall’inizio.