Seconda medaglia per l’ Italia agli Europei Indoor di Atletica in corso a Torun (Polonia). Grande prova di Gimbo che salta 2.35 m, misura che gli vale l’argento. Peccato per la beffa finale, con il bielorusso Maksim Nedasekau che salta 2.37 che vale Oro. Tamberi non riesce a bissare il successo della medaglia d’oro di Glasgow e deve cedere il titolo di campione europeo.
La finale per la vittoria del metallo prezioso è stata emozionante, vissuta sul filo della tensione e dell’abilità. La prestazione dell’italiano si è mantenuta su un ottimo livello tecnico ma resta il rammarico a margine dell’appuntamento continentale.
Fino ad oggi 2.35 era la sua migliore prestazione dell’anno, e dopo il grande salto di Nedasekau , Tamberi prova per tre volte a eguagliare la misura ma purtroppo senza esito. Nedasekau tuttavia non riesce ad arrivare ai 2.40, ma per lui è comunque medaglia d’oro! Splendido l’abbraccio con Tamberi che sottolinea il grande fair play all’interno della famiglia del salto in alto.
Nonostante non sia arrivata la vittoria, la prestazione di Gimbo rimane stupenda sia per i salti eseguiti sia per la personalità carismatica e speciale. Un vero Campione, che durante la propria gara, per giunta con in palio il titolo europeo, urla rivolto alla pedana del salto triplo per incitare Tobia Bocchi per poi andare ad abbracciare il 23enne debuttante azzurro dopo l’ultimo salto. Per inciso, Bocchi chiude quarto (16.65) nella finale del triplo.
Alla fine della gara, Gianmarco Tamberi ha analizzato la sua prova ai microfoni della Fidal:
“È stata una finale europea che vale quanto una finale olimpica. Se alle Olimpiadi arriverò secondo non uscirò soddisfatto, come non lo sono qui, e rimane un po’ l’amaro perché avrei voluto una medaglia diversa al collo. Ma è difficile avere rimpianti quando si salta 2.35 che è una misura con cui di solito si porta a casa tutto, non oggi. Però sono quasi più contento di essermi messo alla prova in una gara così difficile, con un avversario che ha saltato così in alto, piuttosto che in una finale come quella di due anni fa quando ho vinto con 2.32” […] Avevo bisogno di confrontarmi di nuovo ad altissimi livelli, perché erano anni che non lo facevo. Bene così, male che l’ho persa, ma si impara sempre. Se devo capire dove migliorare, mi sento ancora un po’ spaesato a queste misure perché è da tempo che non le vedo più, quindi ogni tanto faccio una rincorsa diversa dall’altra. Ma ho fatto buoni salti con l’asticella alta. Nelle ultime tre gare ho chiuso con 2,34 e due volte 2,35, è un bell’andare”.