La cinquina è servita, come da previsioni e come da copione. Quello che l’Italia di Davide Mazzanti ha deciso di seguire alla lettera, centrando cinque vittorie su altrettante gare disputate e arrivando di gran carriera all’ottavo di finale con la Spagna, avversario (sulla carta) tutt’altro che irresistibile, da affrontare sabato o domenica in prima serata a Firenze (il calendario degli ottavi arriverà tra poche ore).
E siccome Mazzanti non ha voluto correre rischi, per affrontare l’ultimo ininfluente impegno della prima fase ha deciso di dare spazio a chi sin qui ne aveva avuto meno: titolari a riposo, ma stesso risultato bello e convincente. Come si conviene alle squadre che vogliono arrivare in fondo senza lasciare nulla al caso.
Turnover, poi Egonu
Omoruyi, Nwakalor, Squarcini, Bosio, Lubian e Degradi, più Fersino libero. La rotazione nel sestetto di partenza è totale, ma d’altronde la gara con la Croazia serve solo per le statistiche. Eppure, finché le cose vanno bene nessuno ha nulla da ridire: la partenza delle azzurre è buona, poi un passaggio a vuoto a metà del primo parziale (ben 9 errori gratuiti al servizio, decisamente troppi) consiglia a Mazzanti di rimettere dentro le munizioni pesanti.
Basta l’ingresso di Egonu per scrollare di dosso ansia e paure: Paoletta terrorizza la difesa croata che puntualmente va in tilt, tanto che in un amen l’inerzia del parziale è ribaltata, con la Croazia che dal 17-14 a proprio favore si ritrova costretta a inseguire sul 19-17. E a quel punto l’Italia entra in modalità gestione, sebbene un paio di errori in ricezione convincono il commissario tecnico a gettare nella mischia anche la capitana Sylla, che risponde presente e assieme a Egonu confeziona il 25-23 finale.
Sfida chiusa in tre set
Il secondo set si apre ancora una volta con qualche errore di troppo, sebbene Mazzanti non indugi nel rimettere dentro il sestetto iniziale. Lentamente Degradi e Squarcini risalgono la corrente, con Omoruyi che non si fa pregare quando c’è tempo e spazio per affondare il colpo. Un altro piccolo passaggio a vuoto convince il tecnico a rimettere dentro Egonu e Orro e di fatto il set finisce lì, perché dopo un equilibrio illusorio è di nuovo l’Italia a menare le danze, costringendo le croate a qualche forzatura di troppo e a cedere senza appello sul 25-19. Il terzo parziale è più indirizzato: stavolta le azzurre partono forte, impedendo in qualunque modo alle balcaniche di rifarsi sotto, con Degradi che chiude per il 25-17 che fissa il 3-0.
Omoruyi, il futuro è già qui
Senza Antropova, ancora alle prese col fastidio addominale, è la serata di Loveth Omoruyi, che chiude con 15 punti e la sensazione che il futuro, prossimo o lontano che sia, potrebbe avere il suo volto. Ma è anche la serata in cui Mazzanti capisce una volta di più di avere tra le mani un gruppo compatto e coeso, dove non esistono prime donne, ma solo ragazze votate con tutte se stesse alla causa. La strada che conduce alla zona medaglia resta impervia, ma il piano per mantenere il trono continentale procede senza intoppi. Dopotutto nessuna delle 24 squadre presenti a EuroVolley ha chiuso la prima fase senza lasciare per strada nemmeno un set: per quel che vale, il segnale è arrivato forte e chiaro.