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F1, Alonso: "Come pilota sono sempre stato competitivo"

Fernando Alonso ha raccontato il suo ritorno in F1 dopo aver trascorso e vinto un periodo nella WEC con la Toyota.

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In un’intervista rilasciata da Fernando Alonso alla testata Autosport ha parlato complessivamente della sua esperienza da pilota, soffermandosi sul ritiro momentaneo dalla Formula 1 nel 2018, considerato come il punto più negativo di tutta la sua esperienza di pilota.

Il passaggio di Alonso dalla F1 alla WEC come nuova rinascita

Fernando Alonso ha utilizzato il primo periodo di assenza dalla Formula 1 per provare nuove esperienze di alto livello come nella WEC, riuscendo a laurearsi come Campione del Mondo nel 2018-19 con la Toyota. Lo spagnolo si aggiudicò due edizioni della 24 ore di Le Mans con la compagine giapponese senza conquistare la Tripla Corona. Per ottenere questo ambito riconoscimento statistico, un pilota deve avere infatti vinto la 24 Ore di Le Mans, il GP di Monaco o il mondiale di F1 e la 500 Miglia di Indianapolis.

La seconda vita di Alonso in F1

Non è passato così tanto tempo da quando ho avuto una possibilità realistica di vincere delle gare – ha spiegato ad Autosport – so che la gente pensa sempre che sono stato nel tunnel più buio per decenni, ma quattro anni fa sono stato campione del mondo con la Toyota nel WEC. So che non è la F1, ma il nostro mondo non è fatto solo di F1. Ci sono molte cose belle nel motorsport. Solo quattro anni fa vincevo e dominavo nel WEC, negli ultimi due anni ho lottato per il podio con Alpine, e anche per la pole position in Australia l’anno scorso, nonché per la prima fila in Canada otto mesi fa”, spiega Alonso.

F1, Alonso: “Sono competitivo”

Proprio per le esperienze di cui sopra, Alonso ha spiegato di essere sempre stato sul pezzo e, nonostante i suoi 41 anni, di essere ancora in grado di competere ad alti livelli, come sta facendo in Aston Martin: “Non mi sono mai sentito fuori dalla Q1 per 10 anni, e ora improvvisamente sono diventato vivo – ha aggiunto – sono sempre stato competitivo. e spero che ora lo sia un po’ di più, ma fino a quando non vinci non cambia molto, finire settimo o terzo, o secondo o 11°. Non cambia nulla: o si vince o si perde”.

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